La Sephirot e i Tarocchi – Un Viaggio Iniziatico tra Simboli e Sentieri

inserito il 10 06 2025, nella categoria Tavole dei Fratelli

Venerabili Maestri, Fratelli Carissimi,

oggi desidero presentarvi una tavola che unisce due percorsi simbolici fondamentali: l’Albero della Vita cabalistico e i Tarocchi, strumenti che – se meditati e vissuti – conducono alla conoscenza di sé e alla reintegrazione con il Divino. Il filo conduttore di questa riflessione è il Matto, simbolo di inizio e di fine, che ci accompagna lungo i 22 sentieri dell’Albero e le 22 tappe degli Arcani Maggiori.

La Sephirot e l’Albero della Vita

La parola “Sephirot” deriva dall’ebraico Sefirah, “emanazione” o “punto luminoso”. Queste dieci luci divine rappresentano i diversi attributi dell’Infinito (En Sof) manifestati nel cosmo e nell’uomo. Disposte nell’Albero della Vita, le Sephirot formano una mappa dell’universo e dell’anima:

  1. Kether – La Corona: principio supremo, scintilla dell’Assoluto.
  2. Chokmah – La Saggezza: forza creativa e impulso originario.
  3. Binah – L’Intelligenza: comprensione e forma.
  4. Chesed – La Misericordia: la generosità divina.
  5. Geburah – La Forza: rigore e disciplina.
  6. Tiphereth – La Bellezza: armonia e cuore dell’Albero.
  7. Netzach – La Vittoria: perseveranza e passione.
  8. Hod – La Gloria: comunicazione e intelligenza pratica.
  9. Yesod – Il Fondamento: ponte verso il mondo manifesto.
  10. Malkuth – Il Regno: la realizzazione e la manifestazione ultima.

Queste dieci sfere sono collegate da 22 sentieri, che rappresentano altrettante esperienze iniziatiche. L’Albero si erge come la scala di Giacobbe, un ponte tra la materia e lo Spirito, tra ciò che siamo e ciò che possiamo diventare.

I Tarocchi: Specchio dell’Anima e Linguaggio Universale

I Tarocchi sono costituiti da 78 carte: 22 Arcani Maggiori e 56 Arcani Minori. Gli Arcani Maggiori, in particolare, sono un viaggio simbolico che riflette i 22 sentieri dell’Albero della Vita. Ogni carta è una porta, un Archetipo che ci guida lungo il cammino dell’Iniziazione.

L’inizio di questo cammino si ha con il Matto, che è la carta numero zero: un inizio che è anche fine. Il matto infatti può essere posizionato sia all’inizio che alla fine del percorso, e rappresenta il viaggiatore che lascia il mondo profano per cercare la Luce, pronto a sacrificare le proprie certezze e a percorrere i sentieri che conducono alla Verità. L’ambivalenza del matto però ci ricorda come il percorso non sia lineare ma ciclico e che ogni punto di arrivo è in realtà un punto di partenza per un nuovo percorso.

Unione tra Cabala e tarocchi

Un aspetto fondamentale del percorso iniziatico che unisce i Tarocchi e la Cabala è il legame tra gli Arcani Maggiori e le 22 lettere dell’alfabeto ebraico. I sentieri della Sephirot sono difatti contraddistinti da una lettera ebraica, la quale si può trovare anche negli arcani maggiori, in qualche edizione dei tarocchi. Ogni lettera ebraica è considerata, nella mistica cabalistica, un canale attraverso cui l’energia divina si manifesta, un “mattone cosmico” della Creazione. Allo stesso modo, ogni Arcano Maggiore rappresenta una forza archetipica che riflette queste energie.

Ne deriva quindi un sistema armonico, in cui:

Lettere ebraiche – rappresentano i canali primordiali dell’emanazione divina.
Tarocchi – incarnano gli archetipi umani e cosmici, specchio delle prove e delle virtù.
Sephirot – sono i centri di energia e coscienza attraverso cui l’uomo e il cosmo evolvono.

Ogni passaggio da una Sephirah all’altra lungo l’Albero avviene tramite un sentiero, e ciascun sentiero ha la sua lettera ebraica corrispondente. Ad esempio, la lettera He (ה), che rappresenta la finestra e la rivelazione dello spirito nel mondo, è tradizionalmente collegata all’Arcano del Papa (V). Il Papa simboleggia la tradizione, la trasmissione della conoscenza sacra e la capacità di ricevere e trasmettere la Luce.

Questa corrispondenza rivela come il viaggio iniziatico sia anche un percorso di risveglio linguistico e sonoro: le lettere ebraiche sono considerate vibrazioni sacre, “parole” che formano l’Universo. In questa visione, ogni Arcanum non è solo un’immagine simbolica, ma un’energia che vibra con la sua lettera ebraica corrispondente.

Il Viaggio Iniziatico e le Tappe dell’Opera Il percorso inizia con il Matto, che rappresenta il Malkuth nella Cabala, la materia primordiale e la potenzialità ancora informe. Egli è l’Uomo che, spinto dall’insoddisfazione e dal desiderio di elevarsi, intraprende il cammino iniziatico. Come detto prima, il Matto può occupare l’inizio o la fine del percorso: all’inizio è l’entusiasmo, la follia creativa; alla fine, la saggezza del distacco e della consapevolezza.

Mentre l’inizio del nostro viaggio è uguale per tutti, la grandiosità della Sephirot è quella di lasciare la libertà della scelta del percorso, come accade nella nostra istituzione; il nostro viaggio iniziatico non è infatti predefinito da regole o instradato da maestri, ma il percorso iniziatico e spirituale che abbiamo intrapreso al momento della nostra iniziazione è un percorso dove la scelta di come viaggiare è lasciata all’individuo; il viaggio può fermarsi e ripartire, riflettendo la ricerca interiore.

Cari fratelli, stasera faremo un esempio di viaggio attraverso l’albero della vita usando i tarocchi come mezzo di trasporto.

L’itinerario dell’iniziato inizia da Kether (1), la Corona, rappresentata dal Matto, simbolo della potenzialità infinita. Qui l’iniziato sperimenta la libertà originaria e la spinta verso la conoscenza.

La transizione da Kether a Chokmah (2) è mediata dal Bagatto (I) e dalla lettera ebraica Bet (ב), la casa. Questo passaggio rappresenta la manifestazione dell’energia creatrice: il principio attivo che plasma la materia spirituale e che inizia a dar forma al progetto interiore.

Da Chokmah, l’iniziato prosegue verso Chesed (4), la Misericordia, sotto la guida dell’Imperatore (IV) e della lettera He (ה), la finestra della rivelazione. Qui la forza generativa si trasforma in responsabilità e stabilità: l’iniziato impara a governare la propria interiorità con autorità e giustizia.

Il cammino prosegue da Chesed a Netzach (7), la Vittoria, attraverso la Ruota della Fortuna (X) e la lettera Kaf (כ), la mano aperta che riceve e protegge. Questo passaggio simboleggia la capacità di adattarsi ai cicli della vita e di vincere le prove interiori con perseveranza e fede.

Da Netzach, la via conduce a Hod (8), la Gloria, tramite la Torre (XVI) e la lettera Peh (פ), la bocca. Qui l’iniziato affronta il crollo delle illusioni e la necessità di esprimere la verità interiore con chiarezza. Hod rappresenta la mente disciplinata e la parola sacra, che costruisce e trasforma.

Infine, il sentiero da Hod a Malkuth (10), il Regno, è segnato dall’Arcano del Mondo (XXI) e dalla lettera Tav (ת), il segno del compimento. In questo stadio, l’iniziato integra tutto ciò che ha imparato e manifesta la sua opera nel mondo visibile. Malkuth è la realizzazione dell’equilibrio tra Spirito e Materia: il Tempio interiore eretto nella vita quotidiana.

Questo percorso, accompagnato dalle lettere Bet → He → Kaf → Peh → Tav, non è soltanto un viaggio tra Sephirot, ma un cammino di trasformazione interiore. Ogni lettera è un suono sacro, una vibrazione che guida l’iniziato nel processo di costruzione del Tempio interiore. Queste sillabe tuttavia non formano una parola di senso compiuto e, collegandoci alla nostra tradizione massonica, potremmo dire che la parola è perduta. Sta quindi a noi capire se il nostro viaggio debba essere una costante ricerca della parola perduta, e se ci rendiamo conto che il percorso intrapreso non sia quello corretto per arrivare al verbo, abbiamo sempre la possibilità di tornare indietro e percorrere un’altra via.

Tarocchi e Cabala: Strumenti di Lavoro per il Massone

La ricerca della parola non è tuttavia l’unica strada da perseguire. Questi simboli non sono semplici curiosità. Essi ci parlano del lavoro su di noi, vero scopo della Massoneria, anche in modi differenti. Ogni Sephirah, ogni sentiero, ogni Arcanum Maggiore è uno specchio che riflette aspetti della nostra anima e ci invita a coltivare virtù e a disciplinare passioni. Possiamo ad esempio procedere al lavoro su noi stessi con i seguenti mezzi:

  • Meditazione: prendiamo un Arcanum o una Sephirah e meditiamo sul suo significato. Ad esempio, la Giustizia ci invita a temperare l’azione con l’equilibrio; Tiphereth ci ricorda che la Bellezza nasce dall’armonia interiore.
  • Riflessione quotidiana: come posso manifestare oggi la Forza di Geburah? O la Misericordia di Chesed?
  • Costruzione del Tempio interiore: così come l’Albero unisce gli opposti, noi possiamo integrare mente e cuore, istinto e ragione, materia e spirito.

Conclusione e Invito alla Pratica

Fratelli, la Massoneria ci insegna a essere costruttori: non solo di Templi esteriori, ma soprattutto del nostro Tempio interiore. L’Albero della Vita e i Tarocchi sono strumenti per questo lavoro, mappe che ci indicano la via verso la reintegrazione dell’Uomo nell’Uno.

Il Matto ci insegna a iniziare senza paura, il Mondo ci ricorda che tutto ritorna all’Unità. Il Massone che si dedica a questo cammino, con cuore puro e mente aperta, potrà scoprire la vera Luce che alberga in lui.

Che ciascuno di noi possa, con umiltà e coraggio, intraprendere questo viaggio. Poiché il vero segreto non è nei simboli stessi, ma nel Lavoro che essi ci ispirano: un Lavoro di rettificazione, equilibrio e Amore.

E:. D:.


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