17 FEB.1600: UN ROGO CHE BRUCIA ANCORA

inserito il 14 02 2013, nella categoria Oltre le colonne

Un controsenso. Un boomerang per le stessa Chiesa che 413 anni fa con una catasta ardente a Campo de’ Fiori s’illuse di spegnere per sempre la voce di Giordano Bruno (e per rafforzare questa illusione l’Inquisizione volle che al supplizio del rogo fosse aggiunto anche quello della “mordacchia” che inchiodò crudelmente la lingua del Nolano impedendogli anche in extremis di pronunciare qualsiasi parola; tanto facevano paura quelle parole). Un controsenso, dicevamo: fiamme per “spegnere” una voce! Fiamme che invece hanno acceso per sempre la luce del pensiero di Giordano Bruno, luce che certamente ha brillato ed è sopravvissuta ben oltre la vita dei suoi carnefici. Si può anzi dire che che il rogo di Giordano Bruno dopo 413 anni brucia ancora. Incendia ancora gli animi degli uomini liberi. Ustiona ancora le coscienze dei Cattolici più dogmatici e retrivi.

Pensare di annientare col fuoco la forza del pensiero di Bruno si è rivelata infatti una pia illusione. Quel giorno l’Inquisizione s’impegnò al massimo in questo, con ben due roghi: oltre a quello di Campo de’ Fiori in cui volle ridurre in cenere il corpo del Grande Ribelle, ve ne fu un altro anche sul sagrato di San Pietro in cui furono dati alle fiamme tutti i libri dello stesso Giordano Bruno. Un clamoroso errore, perchè proprio il fumo di quel falò ha sparso ancora di più in tutto il mondo quegli scritti (fortunatamente già tanto diffusi all’epoca in tutta Europa da non poter essere tutti cancellati).

Ma cosa vi era di così eversivo, di così pericoloso per la Chiesa (soprattutto per il Potere, spirituale e temporale, al quale era spietatamente avvinta)?

Come precisa Maria Montello, in un articolo appena apparso su MicroMega (di cui riportiamo in calce il link per una sua completa lettura), la sua rivoluzionaria filosofia faceva paura, fa ancora paura perché è dinamite.
– Al principio divino, sostituisce la natura: materia madre che non dipende da altri che da se stessa. È quindi perfetta, divina, nella sua infinita vitale capacità di produrre forme.
– Alla conoscenza prefissata nel modulo dell’anima creata, sostituisce la fisicità della mente corpo funzione biologica. Insomma come dirà Crick, lo scopritore insieme a Watson della catena del DNA: «come la bile è una secrezione del fegato, l’anima è una secrezione della mente».
– Contro il confessionalismo del precetto, rivendica la libertà dell’etica nella sua autonomia ed autodeterminazione per ciascun essere umano. Perché ognuno è proprietario della propria vita. Responsabile del progetto di vita che vuole per sé. Comunque e sempre.
– Ad un’estetica di maniera che fagocita il contenuto nella pedanteria della regola, contrappone il “pittore-filosofo”, che espropria all’ombra le cose e le definisce e ridefinisce nella vertigine delle possibilità combinatorie di significato e significante.
– Alla politica del potere di alcuni, contrappone quella della cittadinanza nel diritto di avere diritti per tutti.

La stessa Maria Montello, nel medesimo articolo, dà conto anche dei capisaldi della Riforma Bruniana che tanto spaventò allora la Chiesa e che tanto spaventa ancora oggi i tiranni (anche quelli con il doppiopetto, che si mettono la maschera da democratici, ma che perseguono solo il potere personale o quello della propia casta). La sua Riforma in sintesi era questa:
– fornire l’istruzione a tutti perché ognuno possa emanciparsi;
– rimuovere gli ostacoli degli svantaggi individuali, sociali ed economici;
– togliere i privilegi;
– deporre i tiranni;
– scegliere governanti onesti…

Governanti onesti? Chissà per chi voterebbe oggi Giordano Bruno in Italia… Non è difficile immaginarlo nelle piazze a sollecitare le coscienze critiche degli italiani; e non è difficile immaginare che qualcuno avrebbe nuovamente tentato di mettergli una mordacchia mediatica, cercando di “oscurarlo” il più possibile, come in effetti si tenta ancora di fare ignorando sistematicamente, sui grandi media, la ricorrenza della sua uccisione.

Un silenzio (soprattutto in Italia) che Giordano Bruno non merita certo. Fortunatamente c’è chi vigila. Anche quest’anno, infatti, l’Associazione dei Liberi Pensatori che si ispirano a Giordano Bruno (vedi manifesto), nell’anniversario del suo martirio (17 Febbraio 1600-17 Febbraio 2013), richiamerà tutte le libere coscienze d’Italia e del mondo a rinnovare indignazione, commozione e riflessione su quanto è accaduto nella piazza romana di Campo de’ Fiori, poco distante dal Vaticano in questi giorni in tutt’altre faccende affaccendato, per la successione al Papa che si è clamorosamente auto”esodato” .

Ed accanto a questo, a perpetuare il monito ed i ricordo del Grande Nolano c’è l’opera incessante della Massoneria, l’istituzione che più di ogni altra ha raccolto il testimone del libero pensiero bruniano, e che proprio a Giordano Bruno ha intitolato numerose logge (ben 14 in Italia, moltissime altre in tutto il mondo), proprio come quella che esprime questo stesso sito internet, e che da quarantanni si ispira orgogliosamente al Suo coraggio ed alla Sua coerenza.

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Per leggere integralmente il bell’articolo di Maria Montello (MicroMega) “Nel nome di Giordano Bruno, il diritto alla dignità”, cliccare il link seguente:

http://temi.repubblica.it/micromega-online/nel-nome-di-giordano-bruno-il-diritto-alla-dignita/

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