IL BIENNIO NERO 1992-1993

inserito il 08 02 2022, nella categoria Fatti e personaggi, Società, Storia, Storia, Tavole dei Fratelli

Massoneria al contrattacco dopo 30 anni: caso Cordova e la caccia alle  streghe - Affaritaliani.it

Il nuovo libro del Gran Maestro Stefano Bisi.

Ripercorre la tormentata vicenda dell’inchiesta del magistrato di Palmi, Agostino Cordova, che nell’ottobre del ‘92 dispose il sequestro degli elenchi dei fratelli del Grande Oriente d’Italia con perquisizioni presso Villa Vascello a Roma, ma anche nelle abitazioni e negli uffici di tanti altri fratelli in varie località italiane, procurando loro notevoli afflizioni.

Proprio in quegli anni la massoneria sotto attacco subì numerose crisi personali di suoi iscritti. Molti, infatti, per timore di ritorsioni nei rispettivi ambienti professionali si dimisero. Mentre le liste degli iscritti al Grande Oriente cominciarono a trapelare e ad essere pubblicate su varie testate e siti web.

L’inchiesta ed i sequestri furono accompagnati da campagne di stampa antimassoniche (alimentate anche dalla vicenda della P2) che sospinsero l’inchiesta di Cordova con rivelazioni, retroscena, insinuazioni, sospetti, ipotesi apocalittiche, tutte all’insegna dei consueti pregiudizi massonici.

Ma l’intero castello accusatorio non resse alla verifica dei fatti, e nel 2000 l’inchiesta Cordova si chiuse con la sua totale archiviazione. Mentre tutti gli oltre 800 faldoni raccolti dal magistrato furono restituiti al Grande Oriente d’Italia.

In quella occcasione lo stesso Gran Maestroi Bisi definì l’intrera vicenda “una caccia alle streghe finita con un buco nell’acqua”. Cordova reagì a sua volta per vie legali, chiedendo un risarcimento danni. Ma la sentenza del Tribunale di Reggio Calabria gli ha dato definitivamente torto, imponendogli anche il pagamento delle spese processuali.

“Una sentenza che ci rasserena, anche se non potrà mai sanare e cancellare i danni subiti da tanti nostri cari fratelli dati in pasto all’opinione pubblica come malfattori”.

Cordova querelò anche l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che all’epoca della megainchiesta da lui avviata lo invitò a “prendersi un po’ di riposo” regalandogli un triciclo e un gioco da tavola per investigatori; ma la querela fu respinta perché le Camere dissero che il comportamento del capo del Colle era insindacabile.


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