IL CONCETTO DI LOBBY

Perchè la Massoneria non può essere considerata un centro lobbistico.

inserito il 05 04 2020, nella categoria Oltre le colonne

Lobbying

Sul sito “L’Opinione delle Libertà” è apparso, a firma di Pierpaola Meledandri, un articolo interessante sul concetto di “Lobby” contenente anche una disanima decisamente chiarificatrice sull’impropria accostabilità di questo termine alla Massoneria.

L’autrice di questa analisi chiarisce innanzi tutto la profonda differenza nell’accezione del “lobbismo” fra i paesi anglosassoni e l’Italia.

Nei paesi anglosassoni “il lobbista” è generalmente una figura apprezzata – scrive la Meledandri – considerata un elemento quasi indispensabile nella filiera del processo decisionale e normativo. Attraverso il lavoro delle “lobbies” il legislatore può infatti contare su uno spaccato cognitivo variegato e plurisfaccetato sulle decisioni da assumere, uno spaccato in grado di far emergere con chiarezza ed in maniera esplicita ogni interesse contrastante.

Il “lobbying” è considerato – secondo l’Opinione delle Libertà – a tutti gli effetti un processo democratico che va ben oltre il semplice mettere a disposizione strumenti e nozioni: “è composto da strategie e tattiche persuasive ed è (almeno dovrebbe essere) attivato da più soggetti rappresentativi di interessi socialmente legittimati” e tavolta, come si diceva prima, tra loro in esplicita competizione. Il “lobbying” insomma, in particolare negli Usa e negli altri paesi della sfera anglosassone-protestante, è un perno del processo decisionale, che consente alla politica di valutare e mediare le varie istanze, ed auspicabilmente di giungere ad una concertazione o alla scelta migliore nei confronti dell’interesse collettivo.

In Italia, invece, sulle Lobbies e sul concetto che prescinde alla loro attività, esistono fortissimi pregiudizi “dettati in gran parte dal desiderio dei vari partiti di essere loro stessi gli unici soggetti preposti al processo decisionale della politica” facendo apparire le stesso lobbies come pericolose concorrenti. “Paradossalmente questo orientamento ha spianato la strada a pericolose e subdole ingerenze di pochi speculatori e talune multinazionali” in grado di stabilire rapporti spesso personali con taluni esponenti politici all’interno degli stessi partiti.

“La demonizzazione del lobbismo – prosegue l’analisi de “L’Opinione delle Libertà” – da parte di certi partiti si è sommata a quella della Massoneria”. Questo, storicamente, da parte dei partiti più vicini alla Chiesa cattolica,  secolare antagonista della Massoneria, ma anche da parte dei partiti della sinistra e con particolare accanimento da parte dei “5 Stelle” che hanno appena riproposto in Senato un disegno di legge per escludere i massoni da ogni incarico pubblico, in virtù del presunto vincolo di giuramento che li legherebbe fra di loro al di sopra delle leggi (ignorando che in realtà il giuramento massonico prevede “la fedeltà alla Costituzione ed alle Leggi che ad essa si conformano” – ndr).

Di fatto, comunque, soprattutto con il concorso dei media e dei giornalisti per lo più totalmente ignoranti dell’effettiva realtà delle logge, nell’immaginario collettivo degli italiani si è solidificata una perversa concatenazione “Lobbies – Massoneria – Potere occulto – Affari”. Una “trama” divenuta ormai “un mantra dell’antimassoneria peninsulare”.

In realtà la Massoneria è per sua natura totalmente diversa dal lobbismo. “Quest’ultimo infatti è portatore di interessi omogenei, all’opposto della Libera Muratoria che tende a riunire nelle logge persone diverse per professionalità, estrazione sociale, formazione del pensiero, istanze e iniziative”, senza alcuna barriera d’ingresso di natura partitica o religiosa.

In altre parole il lobbismo poggia su principi (e interessi) identitari, “la Massoneria crede all’opposto che la diversità sia un valore e che dal confronto fra il Sé e l’Altro dal Sé fuoriesca la possibilità di una crescita globale” dell’individuo e della società.

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Nota: fra virgolette le citazioni testuali dall’articolo di Pierpaola Meledandri su “L’Opinione delle Libertà”.


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