MASSONERIA E MIGRANTI: UNA NUOVA SFIDA

Ferrara, X giorno dell’ottavo mese dell’anno di V:. L:. 6015: tavola scolpita dal fratello S:. Man:. in occasione della Tornata a Logge Riunite G. Savonarola n°104, G. Bruno n° 852, M. Ruini n°1268, Sol Invictus n° 1476, all’Oriente di Ferrara, Cento e Bondeno.

inserito il 10 10 2015, nella categoria Società, Tavole dei Fratelli

migranti-07-06

Quando si è pensato alla organizzazione di una Tornata a LL:.RR:. ci si è posto il problema di quale tavola tracciare e soprattutto, quale argomento dovesse essere trattato; alla fine, senza neanche discutere più di tanto, si è giunti alla conclusione che il particolare momento storico che stiamo vivendo necessitasse di una riflessione comune sul tema delle grandi migrazioni in atto verso l’Europa.

.

MV:., Fratelli a Oriente e Fratelli tra le Colonne.

Già da alcuni anni in Europa si sta assistendo ad una nuova ondata di migrazioni, con caratteristiche diverse da quelle che tutti noi abbiamo conosciuto anche dai libri di scuola. Per parlare di quanto sta succedendo è necessario pensare al passato e alla storia del nostro Paese: le emigrazioni di massa cominciarono verso la fine del XIX secolo e si protrassero sino agli anni 20-30 del secolo successivo e avevano come meta le Americhe (Canada, USA, Argentina, Brasile, Uruguay, ecc), per riprendere dopo la seconda metà del XX secolo verso le nazioni europee più ricche come Germania, Francia e Belgio.

Milioni di Italiani si riversarono in questi Paesi spesso solo con i loro poveri vestiti e la famosa valigia di cartone legata con lo spago; ma da cosa fuggivano i nostri connazionali e altri milioni di cittadini europei allora? Scappavano da fame, da miseria, da povertà. Famosa è la risposta di un migrante italiano ad un Ministro del Regno che gli chiedeva perché volesse espatriare: “Cosa intende per nazione, signor Ministro? Una massa di infelici? Piantiamo grano ma non mangiamo pane bianco. Coltiviamo la vite, ma non beviamo il vino. Alleviamo animali, ma non mangiamo carne. Ciò nonostante voi ci consigliate di non abbandonare la nostra Patria. Ma è una Patria, la terra dove non si riesce a vivere del proprio lavoro?“.

In cosa differisce oggi il nuovo fenomeno migratorio?

Analizziamo qualche dato: secondo l’International Organization for Migration sono stati registrati 473.887 sbarchi sulle coste dell’Europa solo nel 2015 (dati aggiornati al 18 settembre); almeno 182.000 di questi migranti provengono dalla Siria rappresentando circa il 40% del totale ( nel 2014 la percentuale oscillava tra il 25 e il 33% ); i morti per mare ammontano a 2.812 e le nazioni da cui partono i migranti sono soprattutto Siria, Afghanistan, Iraq, Pakistan, Palestina, Somalia, Libia, Etiopia, Bangladesh, Marocco, Tunisia e altri paesi dell’Africa.

A settembre è stato presentato a Parigi il documento dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sulle prospettive migratorie in cui si afferma che “nel 2015 si raggiungerà la cifra di un milione di richiedenti asilo: una vera e propria crisi umanitaria senza precedenti con costi umani ed economici immani e spaventosi, la più grave dal secondo dopoguerra”. Sempre secondo l’OCSE, la strada principale per giungere in Europa rimane l’Italia assieme alla Grecia e all’Ungheria, mentre “i principali Paesi di destinazione permangono Germania, Svezia ed Austria.”

Non è possibile, per motivi di tempo e di spazio, addentrarsi ulteriormente nell’analisi delle cause e dei meccanismi che sottendono questo fenomeno e invito chi fosse interessato ad approfondire, a leggere il rapporto OCSE.

Ci si potrebbe chiedere ora se le motivazioni che portano queste centinaia di migliaia di persone a emigrare sono le stesse di quelle viste prima, approsito dei migranti italiani.

La realtà attuale è ben diversa: questi uomini, queste donne, questi bambini, scappano e fuggono. Fuggono non solo dalla fame, ma soprattutto dalla guerra, dalla violenza, dalle persecuzioni, dalla tortura; scappano perché viene impedita loro la libertà di pensiero, di parola, di religione (pensiamo solo ai Cristiani massacrati dalle milizie dell’IS -Islamic State- in Siria, in Iraq o in Nigeria).

In ciò risiede la differenza fondamentale: questi nostri fratelli non sono migranti, sono dei rifugiati; e scappano probabilmente anche perché illusi dai nuovi mercanti di carne umana che fanno loro credere che al di la del mare ci siano ricchezza e speranza.

I Paesi Europei che sono stati oggetto delle migrazioni hanno subito al loro interno veri e propri sconvolgimenti anche perché quasi del tutto impreparati a un evento di tale portata; pensiamo alla prima accoglienza, alle strutture che devono accettare questi sventurati, al cibo, all’acqua, ai vestiti, alle cure mediche, al conforto religioso o anche alla ricerca di chi parla la loro lingua.

 

Sempre per citare il rapporto OCSE “la diversità delle nazionalità, le motivazioni per la migrazione e i profili individuali di ciascun singolo migrante rappresentano una vera e propria sfida per i sistemi e le comunità di accoglienza nei principali paesi europei”.

Tale situazione ha generato in questi Paesi circostanze difficili, spesso in contrasto tra di loro, e ha visto nascere tensioni, lotte, rivolte, incomprensioni che rendono il processo di accoglienza e integrazione ulteriormente complesso se non, in alcuni casi impossibile.

Abbiamo assistito e assistiamo quasi quotidianamente al triste ripetersi degli sbarchi dai gommoni e da vecchie carrette, riempite all’inverosimile di esseri umani stivati in condizioni mostruose, imbarcazioni che spesso si trasformano in vere e proprie camere di morte; vi è il più totale disprezzo dell’essere umano trasformato da questi nuovi negrieri solo in una fonte di guadagno: uomini che non sono più tali ma nemmeno bestie (un animale godrebbe di più dignità), sono solo merce scomoda che non importa arrivi a destinazione viva, dato che ha già pagato per il viaggio. Un viaggio di speranza verso la libertà, un lavoro, una casa, la tranquillità; un sogno che s’infrange nel momento stesso in cui toccano terra perché comincia un nuovo calvario.

Devono lottare contro una nuova realtà che è forse ancora più dura di quella del loro Paese di origine perché inattesa: è la realtà dei campi di accoglienza e di raccolta, lo scontro con una società e con una civiltà nuova, sconosciuta ai più e poco o per nulla disposta ad accogliere e ad aiutare.

Certo non tutti coloro i quali scappano sono brave persone, spesso si confondono tra i tanti sia delinquenti che criminali, e maggiore attenzione deve quindi essere posta durante la fase di filtro; non deve però essere sottovalutata la grande ricchezza in termini di conoscenze e competenze che molti migranti portano con se’.

Spesso gli sbarchi o gli arrivi vanno oltre le capacità ricettive delle singole Nazioni (pensiamo alla Turchia dove si calcola ci siano quasi due milioni di profughi Siriani) e delle loro possibilità economiche; diventa arduo identificare chi, tra i rifugiati, abbia realmente bisogno di rifugio politico oppure no: da questa situazione nascono violenza, odio, incomprensione, repulsione e pregiudizio, tutti figli dell’ignoranza, così come frutto della stupidità sono le ruspe; ecco allora le fughe dai centri di accoglienza, le marce lungo i confini di uno Stato, o peggio i bivacchi nelle stazioni, nelle piazze, lungo le autostrade o i confini tra Nazioni e tutto questo tra miseria, sporcizia, fame, disperazione, violenza e l’indifferenza dei più e, permettetemi di dirlo, cari Fratelli, forse anche tra la nostra di indifferenza.

 

Stiamo assistendo alla crisi profonda se non al fallimento delle politiche comunitarie e delle singole organizzazioni internazionali come l’ONU nonchè dei singoli Stati poiché si preferiscono alzare muri, perché il diverso deve rimanere escluso altrimenti rischia di contaminare la purezza di quella popolazione: ancora in Europa si leva alto il grido dell’odio xenofobo e della purezza della razza!

L’Uomo davvero sembra non aver imparato nulla dai propri errori; la violenza chiama violenza e l’odio chiama odio e a un muro se ne aggiungeranno altri, magari non di mattoni ma nel cuore di tanti di noi.

Come può quindi la Libera Muratoria porsi di fronte a questa nuova tragedia? Che cosa possiamo fare noi Massoni per affrontare la sfida e quali strumenti abbiamo?

Infine a noi, che facciamo parte di un’istituzione iniziatico-esoterica basata sul lavoro interiore e sull’interpretazione dei simboli, interessa davvero il problema dei rifugiati?

Io penso che la risposta non possa che essere affermativa, proprio perché noi siamo chi siamo e chi abbiamo deciso di essere; il giorno in cui liberamente abbiamo chiesto di entrare a far parte della Massoneria e siamo stati iniziati, abbiamo promesso solennemente di lavorare anche al bene dell’Umanità: per fare questo non dimentichiamo che abbiamo un’arma potentissima, l’Amore.

Finchè non saremo capaci di riconoscere nell’altro o nel diverso un nostro fratello, fintanto che ci sarà questa situazione e noi, anche noi Liberi Muratori la alimenteremo, allora sarà privo di senso se non inutile parlare di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza; queste non saranno che parole vuote buttate al vento. Se invece saremo capaci di dare un valore al Trinomio e alla Tolleranza, e io lo credo fortemente, allora ci sarà sempre una speranza di un’integrazione vera per questi fratelli giunti da lontano in cerca di un futuro migliore, integrazione fatta di regole sicure, di leggi da applicare e da seguire; il tutto però sotto il nome dell’Amore che sempre deve guidare ogni nostra azione.

Cari Fratelli, io non ho la ricetta per guarire questa malattia, non ho risposte sicure ma mille e più dubbi, ma di una cosa sono certo: il Libero Muratore costruisce si il muro del proprio Tempio, ma è un muro che serve per accogliere non per separare; “l’importante” così come ha detto il Venerabilissimo Gran Maestro nella sua ultima allocuzione, “è mettersi sempre in gioco e non fare male a noi stessi e agli altri operando sempre per il Bene”, ancora “non dimentichiamoci mai che il sole sorge per tutti e che tutti gli esseri, proprio nel momento in cui assistiamo a un nuovo esodo biblico, quello dei migranti, hanno diritto ad un’esistenza dignitosa, senza distinzione di sesso, di razza, di religione. I Liberi Muratori non buttano in mare coloro che arrivano sulle nostre coste per cercare la felicità. Noi non possiamo consentire che per tanti bambini il Mediterraneo sia culla e bara”.

Fratelli rimbocchiamoci le maniche, chi più chi meno, ciascuno secondo coscienza e secondo le proprie capacità; non voltiamo lo sguardo, non facciamo finta di niente stando al sicuro e al caldo delle nostre belle case, e non crediamoci immuni dal problema. Il Libero Muratore lavora non solo nel proprio cuore e col proprio animo ma anche con il sudore della fronte, per il bene dell’Umanità e A:.G:.D:.G:.A:.D:.U:.

.

S:. Man:.

10 Ottobre 2015

.

.

BIBLIOGRAFIA (molto) MINIMA:

  • Rapporto OECD (OCSE): Migration Policy Debates, September 2015
  • Rapporto Missing Migrant Project / International Organization for Migration, September 2015
  • Memorial do Imigrante/São Paulo
  • Gianfausto Rosoli, Un secolo di emigrazione italiana 1876-1976, Roma, Cser, 1978
  • Ercole Sori, L’emigrazione italiana dall’Unità alla seconda guerra mondiale, Bologna, Il Mulino, 1979
  • Gian Antonio Stella, L’orda (quando gli albanesi eravamo noi), Milano, Rizzoli, 2002
  • www.stranieriinitalia.it
  • www.unhcr.org

.

.

.

.


8 Comments for this entry

  • Marina Piano

    La lettura di questa tavola mi ha davvero emozionata, vi conosco da poco e sto imparando ad apprezzare i vostri contributi, nutrendomi di loro. Esiste quindi ancora una parte di Umanità capace di parlare d’Amore per il prossimo, non mi sento sola e “strana” a sentire come senti tu che scrivi, è sempre più raro trovare chi esprime in modo disinteressato un sentimento così profondo di preoccupazione per le persone costrette a lasciare la loro patria per salvarsi la vita, purtroppo la memoria degli eventi passati non viene custodita adeguatamente ne richiamata per muovere le coscienze e il senso etico, inoltre abbiamo rimosso una life skill fondamentale: l’empatia. Possiamo forse immedesimarci in qualche personaggio famoso che partecipa a qualche talk show, o che soffre di un “male di vivere”, magari ci emoziona, ma non ci soffermiamo a cogliere la sofferenza di chi arriva da noi con lo sguardo smarrito di chi non ha più la sua identità territoriale.
    Non tutti però sono distratti, ci sei a scrivere e ci sono io a leggere e a emozionarmi per i tuoi sentimenti,
    Per questo spazio dedicato, dove posso trovare ristoro all’indifferenza più o meno inconsapevole dei miei connazionali.
    Ciò che fai, anche solo mettendo nero su bianco i tuoi sentimenti, è davvero prezioso per me e oggi lo accolgo come dono, sperando di reciprocare in qualche modo semplicemente dicendoti GRAZIE

    • Stefano

      Carissima Marina, sono l’autore della Tavola a cui ti riferisci e sono io a ringraziare te per le belle parole e per il sentimento che vi hai profuso: si sente e non poco.
      Grazie ancora e a presto.
      Stefano

  • Marina Piano

    Carissimo Stefano, hai ispirato tu quel sentimento e questa è un’abilità non scontata, ogni volta che visito il vostro prezioso sito davvero trovo ristoro alla mia ricerca continua di strumenti di comprensione della natura umana, è come aprire uno scrigno che mostra molto di più di ciò che contiene, a un occhio attento naturalmente.
    Sono affascinata dalla natura umana e nutro la mia curiosità cercando di approfondirla da diversi punti di osservazione, scoprire che è possibile ancora trovare chi prova amore per l’essere umano, complesso, contorto ma affascinante, rappresenta una fonte di ispirazione,
    Credo Stefano che abbiamo raggiunto la reciprocità con il nostro scambio di idee, bellissimo dono,
    Attendo con piacere altri tuoi doni, intanto con curiosità esplora il vostro straordinario sito, alla prossima, a prestissimo

    • Stefano

      Marina, non credo di essere nelle condizioni di fare “doni”. Cerco solo col mio più che modesto contributo, di portare il mio piccolo mattone e di levigare la pietra grezza per migliorare me stesso in primo luogo. Questo sabato ci sarà un evento pubblico in cui faremo vedere ai “profani” cosa facciamo in termini pratici e concreti nell’aiutare il prossimo. Se sei nei paraggi, sei la benvenuta.

  • Marina Piano

    Stefano,
    Mi dici che non sei nelle condizioni di fare doni eppure mi fai un invito, per me è un dono, doniamo ogni volta che abbiamo attenzione e cura per l’altro, ma sopratutto ogni volta che ci apriamo all’altro, vi aprite con un evento, è meraviglioso, ti ringrazio davvero e se fossi stata nei paraggi certamente con molta curiosità avrei colto la vostra generosità, purtroppo la distanza che ci separa territorialmente, sai vivo al centro della Sardegna, non mi consente di spostarmi agevolmente in poco tempo ma sopratutto gli impegni lavorativi non me lo consentono, nutro la speranza di un’altra occasione, certa che le cose non accadano per caso, sopratutto gli incontri, grazie carissimo Stefano
    Ps: mi piace la metafora del levigare la pietra grezza,
    Curiosa per me che sono moglie di un marmista….sorrido

  • Samantha

    Un anno dopo il fenomeno della migrazione verso la nostra nazione e gli altri paesi europei continua senza tregua.
    Gli sbarchi avvengono ogni giorno lungo le nostre coste ma, molti migranti provenienti ad esempio dalla Siria, dalla Tunisia o da alcune zone dell’Africa purtroppo, non arrivano a terra perché,muoiono lungo il viaggio oppure, affogano nel nostro mare perché, le carrette o i gommoni sono stracolmi.
    Molti bambini, donne e uomini hanno già perso la vita in quanto, speravano in una vita migliore e piu’ dignitosa mentre, hanno trovato la morte.
    Bisognerebbe evitare tutte queste tragedie e soprattutto,bisognerebbe trovare delle soluzioni per risolvere i conflitti interni all’interno di quegli stati.
    Continuo a domandarmi quali possano essere le motivazioni per cui, quegli individui siano costretti a lasciare i loro territori, le loro case, i loro affetti?!
    Veramente per fame, povertà o le cause sono da attribuirsi ad altro?! Sono forse, invogliati a sbarcare in Italia per poi, richiedere asilo politico in altre nazioni più ricche perché, sono ammaliati dalla propaganda che, la nostra classe politica fa in quei paesi che, consiste nel dire che, per loro è tutto gratis?!
    Qual’è la verità?!
    Questa migrazione che, aumenta in maniera considerevole è scatenata dagli stessi fattori che, inducevano i nostri nonni o bisnonni ad emigrare in terre straniere?!
    C’e’ di mezzo la persecuzione religiosa, la non libertà d’espressione?! Incombe sulle loro teste il fenomeno dell’I.S. che, continua a mietere vittime cristiane se, essi non si convertono all’Islamismo e, ad organizzare massacri in Europa.
    Non lo trovo giusto uccidere in nome della fede: ognuno di noi dovrebbe essere libero di scegliere se, credere ad una divinità piuttosto che, ad un’altra oppure, di essere ateo.
    Però, questa non è la tavola giusta per quest’argomento in quanto, si sta parlando dell’esodo di milioni di persone che, cercano rifugio presso le nazioni europee ma, non li stiamo aiutando, come ha già detto l’autore; infatti, molti di noi: chiudono i loro cuori e in primis, in vari posti le classi dirigenti hanno comandato di erigere dei muri o delle recinzioni di filo spinato, per ostacolare il loro ingresso.
    Perchè?!
    Per il contagio di alcune malattie che noi europei che, abbiamo debellato o semplicemente, per razzismo?!
    Nel senso che, molti di questi rifugiati sono delinquenti o criminali che, fuggono dai loro paesi d’origine; però, non dovremmo fare tutta l’erba di un fascio. Non tutti sono cattivi.
    Dovremmo imparare a conoscerli prima di sparlare e, approfondire da dove vengono.
    E invece purtroppo, la maggior parte non è tollerante soprattutto, da chi proviene dai paesi arabi perché,c’è il fenomeno dell’I.S..
    Probabilmente, pensiamo che, tutti siano fondamentalisti islamici; mentre, non è così…
    Io rispetto la loro religione ma, non condivido tutte queste stragi di altri esseri umani perché, di credo diverso dal loro.
    Come ribadisco ognuno di noi dovrebbe decidere il proprio credo.
    Chissà come andrà a finire questo flusso migratorio?!
    Esisterà l’accoglienza oppure prevarrà l’intolleranza, come è accaduto a Gorino che, sono stati mandati via donne e bambini di colore?!
    Per quali motivi?!
    Siamo forse, stufi di tutta questa invasione di estranei?!
    Dovremmo provare a pensare a come si potevano sentire i nostri emigranti lontani da casa….
    Chissà che cosa meditano nei loro cuori?! E nei nostri confronti?!

  • Samantha

    Inoltre, aggiungo che, presso la nostra nazione nei confronti di tutti questi rifugiati subentrano fondamentalmente, i sentimenti di PAURA E RABBIA perché, non conosciamo la storia di ciascuno di loro e, la maggior parte non vuole saperla e, si volta d’altra parte, senza dare loro alcun supporto psicologico o nessun aiuto concreto; ed anche ciò che, innesca il fenomeno dell’antisemitimismo…
    Ci sarebbero altri aspetti da esplorare…
    La maggioranza del popolo italiano si lamenta perchè, ad esempio ottengono la casa popolare, i nuovi emigranti arrivano e alloggiano per un certo periodo in hotel a cinque stelle, come era successo nella mia città o che, giornalmente, almeno in teoria, ricevono un sussidio per loro.
    Per loro ci sono gli aiuti concreti da parte dei nostri comuni e servizi sociali mentre, per noi no.
    Secondo la mia opinione: tutto ciò crea una barriera psicologica.
    Mi domando se, riusciremo ad essere più aperti verso gli stranieri?!
    Anche i nostri antenati lo erano quando, cercavano fortuna negli altri stati, come Argentina O Brasile.
    Dovremmo riflettere di più su questo fenomeno dell’esodo ma, sembra che, siamo indifferenti a ciò…

    Saluti

    Samantha

  • Serafina

    Forse, la soluzione c’e’ a questo fenomeno di migrazione verso la nostra nazione e, si chiama INTEGRAZIONE.
    Però, a mio avviso,è come metterla in pratica e con quali strumenti….
    Bisognerebbe trovare delle modalità e dei luoghi adatti perché, avvenisse ciò e, sarebbe un modo per far conoscere le nostre tradizioni, la nostra cultura e viceversa; forse, è più, facile per i bambini in quanto, vanno a scuola e/o frequentano dei corsi extrascolastici.
    Mentre, per gli adulti pensandoci bene e’ più complesso tale discorso in quanto, non hanno delle occasioni pratiche: non solo per il fatto che, la maggior parte di essi lavorano ma, perché, i servizi sociali o comunque altri servizi comunali italiani non li organizzano per incentivare una vera integrazione fra il nostro popolo e ad es. da chi proviene da alcune zone dell’Africa o dalla Siria.
    Un altro aspetto che, incide negativamente su cio’, e’ la chiusura da parte dei migranti in quanto, una volta che, sono arrivati nel nostro stato, per poi, passare magari, ad un altro europeo più ricco, è che, istintivamente cercano di fare gruppo con i loro connazionali.
    Forse, accadeva la medesima situazione anche per i nostri migranti italiani?! Per cui, dove andavano non s’integravano mai completamente, così per questi moderni rifugiati.
    Penso anche per colpa della lingua: ho notato che, molti di loro non la imparano ma, preferiscono continuare ad utilizzare la loro e, a frequentare le loro comunità.
    Secondo la mia opinione ciò, ci allontana gli uni dagli altri…
    Non so che, cosa ne pensi l’autore di questa tavola o altri individui…
    Probabilmente, dovremmo imparare le loro lingue ma, sarebbe troppo complicato specialmente, per noi adulti…
    O imparare tutti quanti l’esperanto o un altro linguaggio universale per imparare a conoscerci?!
    Sarebbe una modalità per fare un modo che, cali il fenomeno dell’antisemitismo?!

    Saluti
    Serafina

Lasciaci un commento

Cerchi qualcosa?

Utilizza il campo sottostante per cercare nel sito:

Hai cercato qualcosa che non hai trovato? Contattaci e richiedici l'informazione che cerchi!

Link

Ti raccomandiamo di visitare questi siti web