LA VIA FEMMINILE ALLA MASSONERIA

Sarà l’oggetto del prossimo incontro pubblico (Sabato 24 Gennaio, ore 16.00, Sala della Musica, via Boccaleone 19) con cui la Loggia Savonarola di Ferrara sta celebrando il suo 70° Anniversario. Fra i relatori il filosofo Claudio Bonvecchio ed Elda Levi, Worthy Grand Matron delle Stelle d’Oriente italiane, presenti anche a Ferrara con il vitalissimo Capitolo Osiride.

inserito il 17 01 2015, nella categoria Femminino, Ferrara Massonica, Tavole dei Fratelli

STELLE ORIENTE

Continuano gli appuntamenti pubblici con i quali la Loggia “Girolamo Savonarola” di Ferrara si propone di celebrare il suo 70° anniversario di fondazione (1945-2015). La loggia estense, una delle più antiche d’Italia e di gran lunga la più longeva fra quelle tuttora in attività in provincia di Ferrara, si propone con queste iniziative di sintonizzare la propria ricorrenza con la Storia e l’Attualità della società in cui opera da così tanto tempo.

Così dopo aver toccato nella precedente conferenza (Novembre 2014) il tema della guerra e della pace (“Massoneria e Prima Guerra Mondiale”), per il prossimo incontro, previsto Sabato 24 Gennaio alla Sala della Musica di Ferrara in via Boccaleone 19 alle ore 16.00, la Loggia Savonarola ha deciso di affrontare pubblicamente il rapporto fra la stessa Massoneria e le Donne, e più in particolare “Massoneria del Grande Oriente e Ordine della Stella d’Oriente: storia, finalità e prospettive”.

Da notare che quando la Loggia Savonarola venne fondata (nel Settembre del 1945) le donne in Italia ancora non avevano ancora diritto di voto. A quei tempi poche donne avevano la patente di guida, e solo qualche decennio dopo ci sarebbe stata la prima donna sindaco (guarda caso a Ferrara, Luisa Balboni dal 1950 al ‘58), le prime donne vigilesse (ancora a Ferrara), la prima donna conduttrice di autobus (sempre a Ferrara), la prima donna magistrato (ancora una volta una ferrarese), e così via, fino alle donne soldato, alle donne astronauta, ed a tante altre donne in tutti gli altri mestieri e professioni per lungo tempo praticati solo da uomini…

Il tempo dunque ha prodotto grandi trasformazioni nel contesto della donna nella nostra società. Ma non nella massoneria che continua ad escludere la donna dai propri templi, con la sola eccezione delle “Stelle d’Oriente”, che anche a Ferrara sono presenti da alcuni anni con un proprio Capitolo intestato alla divinità egizia “Osiride”.

L’argomento sarà introdotto dall’avvocato Giangiacomo Pezzano, presidente del Collegio dei Maestri Venerabili dell’Emilia Romagna. Interverranno: Elda Levi, Worthy Grand Matron del Gran Capitolo d’Italia, Ordine della Stella d’Oriente; ed il filosofo Claudio Bonvecchio, docente all’Università dell’Insubria e Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia. Modererà il dibattito il dottor Stefano Mandrioli, membro della Loggia Savonarola (di cui è stato anche Maestro Venerabile) e Gran Rappresentante dello stesso Grande Oriente.

Come si sa le maggiori famiglie massoniche mondiali, fra queste anche il Grande Oriente d’Italia, per tradizionale secolare, forse millenaria, non ammettono le donne nelle proprie logge ed ai propri riti. L’iniziazione femminile è da sempre esclusa. Per varie ragioni: la principale motivazione per tale interdetto viene fatta risalire alle origini “di mestiere” della massoneria, intesa come fratellanza di muratori, scultori, carpentieri, ecc. (i costruttori di cattedrali) da cui appunto deriva la storica definizione di “liberi muratori” con cui si appellano ancora oggi tutti i massoni.

L’altra più reiterata giustificazione consiste invece nella “Solarità” della ritualità massonica, prettamente maschile, ritualità che nulla avrebbe a che vedere con gli aspetti ed i principi “Lunari” attribuiti alla sfera femminile dell’esistenza.

Più approfonditamente c’è chi rileva come i riti ed i miti della massoneria maschile siano essenzialmente rivolti al concetto della Morte, ed alle modalità spirituali per vincerne la paura e “conquistarla”, la Morte, anziché farsene sopraffare. In tutto questo non affiorerebbe alcun aspetto fondante riguardante principi e archetipi tipici della femminilità, quali la Fecondazione e la Fertilità, in altre parole il rovescio della Morte: la Vita. Questa, beninteso, è solo una delle tante controverse tesi sui cui la Massoneria dibatte da secoli, su se stessa, sul ruolo della donna nei confronti della Tradizione Iniziatica, e più in generale nella società. Una questione per molti versi speculare a quella del Sacerdozio Femminile in campo Cattolico.

Nonostante il perdurare di questa posizione di esclusione della donna da parte della Massoneria ufficiale (ma non di tutta la Massoneria: nel mondo infatti vi sono famiglie massoniche che accettano senza problemi le donne al proprio interno, come ad esempio la Massoneria italiana di Piazza del Gesù, ma che per questo non vengono più riconosciute dalla Loggia Madre d’Inghilterra e non possono più essere definite “massoneria regolare”), nonostante questo, dicevamo, qualche breccia si è aperta da tempo anche per l’iniziazione femminile. La più importante, e l’unica attualmente riconosciuta dai Grandi Orienti “regolari”, è quella delle “Stelle d’Oriente”, ordine iniziatico affine alla massoneria di cui fanno parte “fratelli” e “sorelle”, queste ultime legate da vincoli di parentela a massoni regolari. In pratica possono far parte delle Stelle d’Oriente solo mogli, figlie, sorelle ed altre parenti di massoni maschi. Un vincolo che qualcuno vorrebbe allargare.

L’Ordine delle Stelle d’Oriente è nato il secolo scorso negli Stati Uniti, principalmente ad opera di Robert Morris, Gran Maestro della Loggia del Kentucky, raccogliendo il ricordo e la tradizione delle cosiddette “Logge d’Adozione” fiorite secoli prima in Europa e nella stessa America al seguito di logge militari francesi che consentivano alle consorti degli ufficiali e ad altre donne d’elezione del luogo di riunirsi in forma rituale sotto la direzione di un Maestro Massone.

A introdurre le Stelle d’Oriente in Italia nell’ultimo dopoguerra è stato un altro esercito, non più quello francese, bensì quello quello americano. I primi nuclei di “Stelle” italiane si formarono infatti in località vicine a grandi basi militari statunitensi. Il resto è storia che ha portato questo movimento con un intenso cammino fino al presente. Un presente che ha visto recentemente la nascita del Gran Capitolo d’Italia, del tutto autonomo e indipendente. Di tutto questo parlerà ovviamente, nel prossimo incontro di Ferrara, la Whorty Grand Matron, massima autorità, delle Stelle d’Oriente Italiane, Elda Levi.

Accanto all’importante storia delle Stelle d’Oriente, in Italia, c’è da dire, esistono, già da prima della Rivoluzione Francese, diversi altri esempi di approccio femminile alla Massoneria: oltre alle già citate “Logge di Adozione” ci fu infatti l’esperienza delle “Giardiniere” (corrispettivo femminile dei Carbonari risorgimentali), seguite dalla società delle “Mopse” creata dalla Contessa Caracciolo sul finire dell’800, per giungere infine ad una vera e propria Gran Loggia Femminile d’Italia, retta a lungo da Marisa e Franca Bettoja, madre e figlia, rispettivamente suocera e moglie dell’indimenticato attore Ugo Tognazzi.

Prima dell’attuale Capitolo Osiride delle Stelle d’Oriente, si ha notizia, a Ferrara, dell’esistenza di una Loggia Femminile intitolata ad “Anita Garibaldi” attiva per un breve periodo negli anni immediatamente successivi all’Unità Nazionale, e di un tentativo (generoso, ma infruttuoso) di creare un nucleo locale di Stelle d’Oriente già fra la fine degli Anni Cinquanta ed i primi Anni Sessanta, ad opera di membri della stessa Loggia Savonarola, che oggi dedica ancora una volta alle proprie “Sorelle” un’importante momento del suo 70ennale. E lo fa con pubblicamente, con la massima trasparenza ed onestà intellettuale.

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Nella foto: un tempio delle Stelle d’Oriente.

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