LETTURA “INIZIATICA” DELLA COSTITUZIONE

"Ai mie cari fratelli silenziosi…” il Secondo Sorvegliante si rivolge agli Apprendisti dopo alcune disarmonie sorte fra le logge ferraresi, ricordando loro il grande esempio dei Padri Costituenti e di due grandi Fratelli recentemente passati all’Oriente Eterno.

inserito il 10 01 2013, nella categoria Apprendista, Costituzione, Società, Tavole dei Fratelli

Tavola del fr:. N:. P:.

Ho scritto queste poche righe che mi accingo a leggervi pensando a tutti i fratelli delle logge ferraresi, ma in modo particolare a tutti i fratelli apprendisti di tutte le logge.

Non so se riuscirò a trasmettere a tutti quanti ciò che ho in animo di trasmettervi, tanto meno se il mio intento risulterà compreso e chiaro, spero almeno condiviso.

Ho cercato, con tutto me stesso, in questi ultimi tempi,di calarmi il più possibile nei panni di coloro da poco sono entrati a far parte della nostra istituzione e di discendere, quanto più mi fosse possibile, nei loro cuori, nelle loro menti, e nella pancia dei nostri fratelli silenziosi, i nostri fratelli apprendisti.

Da Maggio dello scorso anno a oggi, tante cose sono accadute e tanti terremoti ci hanno messo alla prova. Alcuni di questi hanno fatto tremare le fondamenta delle nostre case, altri hanno minato e messo alla prova le nostre certezze di uomini e massoni.

Tutti noi, ne sono certo, abbiamo sofferto. Chi in silenzio, chi sottovoce, altri ancora con toni più accesi, ma tutti abbiamo manifestato dolore, rabbia e anche disappunto per quanto stava accadendo, ed ancora accade, tra le logge ferraresi e tra di noi, fino a portarci a qualche sorta di separazione.

Tuttavia,e ciò deve restare un punto fermo, un dogma, una certezza assoluta, restiamo e resteremo sempre fratelli, non di sangue, molto di più.

Qualunque cosa accada saremo sempre uniti.

Poco tempo fa, mi capitò tra le mani un piccolo libro pieno di polvere, la copertina sgualcita come un vecchio abito da troppo tempo dimenticato.

Il titolo  risultava illeggibile a causa di numerosi segnacci, lo presi e ne sfogliai le prime pagine. Si trattava della “Costituzione della Repubblica Italiana”.

Tutti noi sappiamo che la nostra Costituzione, come del resto tante altre, è divisa in due parti: i primi 12 articoli riguardano i principi generali e universali a cui essa e il nostro Stato si rifanno,e la seconda, a dire il vero un po’ più noiosa, che entra in dettagli un po’ più tecnici, pertanto meno stimolante della prima parte.

La sera stessa mi riproposi di rileggerla, visto che dall’ultima volta che questo accadde  erano trascorsi parecchi anni, e cosi feci.

Fu un colpo al cuore, mi si rizzarono tutti i peli del corpo, fu un susseguirsi di emozioni e sentimenti. Ma come fu possibile, pensai, che abbia scordato qualcosa di cosi alto, di cosi nobile, di cosi immenso come la nostra Costituzione?

In che modo è stato possibile che la cattiva politica, cattiva perché gestita da uomini corrotti, mi abbia fatto scordare quanto di alto, nobile e vero è racchiuso in quei pochi articoli.

Mi domandai quanti italiani conoscano i principi generali e universali che in essa sono racchiusi. Rimasi cosi emozionato da quella parola scritta, che decisi di interessarmi di più ad essa.

Volevo capire chi fossero quei padri e quelle madri costituenti che in pochi mesi riuscirono, immagino non senza fatica, a promulgare qualcosa di cosi eternamente solido e incrollabile. E cosa li spinse a fare ciò.

Come fu possibile – dopo una guerra devastante, che coinvolse tutto il mondo, con milioni di morti, e dopo una lunga guerra civile in cui degli italiani uccidevano dei loro fratelli italiani – che alcuni uomini e donne profondamente divisi da tante cose, di provenienze politiche diverse, estrazioni culturali, sociali ed economiche spesso diametralmente opposte, riuscirono ad unirsi sotto quegli ideali dal valore inestimabile.

Eppure cosi è stato, ciò fu possibile grazie alla totale e assoluta fiducia che essi riponevano in quegli ideali e in ciò che stavano facendo, certi di essere nel giusto.

Poco più di 500, tra uomini e donne, divisi su tutto, ma uniti nel dare a noi e ai nostri figli qualcosa di grande. Pareva una cosa impossibile eppure accadde.

Calamandrei, Nenni, Nilde Iotti, Togliati, Croce, Saragat, Pertini, Einaudi, De Gasperi e tanti altri ancora, tra cui molti massoni, si ritrovarono tutti concordi nel produrre qualcosa che racchiudesse al suo interno ideali e principi cosi alti e cosi nobili, da far si che quanto era successo negli anni precedenti non potesse più accadere.

Per lasciarci un mondo migliore, nuovo, in cui le genti potessero vivere in libertà, pace, tolleranza, fratellanza, solidarietà e prosperità.

E cosi è stato, almeno sino ad ora. Mai in Europa si è assistito a un periodo di pace cosi duraturo, e ciò lo si deve alla nostra costituzione e a quelle a cui essa si conformano.

La nostra costituzione è talmente alta da aver ispirato anche la “Carta dei diritti dell’uomo” dell’ONU.

Sono orgoglioso di quelle genti e fiero di essere italiano.

Ma quei principi e quei valori, quelle idee e quelle virtù sono le pietre portanti della nostra istituzione. I principi di libertà, di tolleranza, di uguaglianza e di solidarietà che animano la nostra Costituzione, sono i principi fondamentali su cui si fonda tutta la nostra vita massonica.

Cosi come i valori della Costituzione illuminano il nostro cammino di uomini sociali, gli stessi valori massonici ci guidano e illuminano il nostro cammino di uomini liberi nel senso più compiuto.

Cari fratelli, e ancor di più cari Apprendisti, è questo il nostro e il loro regalo più bello: i nostri valori e i nostri ideali resi universali, e tali resteranno per sempre.

E’ a queste virtù che dobbiamo e dovete incessantemente credere, è su questi valori che dobbiamo e dovete lavorare per il bene e il progresso dell’umanità, non della nostra loggia in particolare o della nostra istituzione, ma dell’UMANITA’.

Questo è il nostro destino ultimo.

Dove c’è l’uomo c’è umanità, e sempre ci sarà, ma accanto al bene ci sarà sempre anche il male, l’errore e il vizio, nostro compito è distinguerli e separarli. Potremmo anche scannarci tra di noi, e a volte accade, ma se avremo ben saldi nelle nostre mani quei principi, allora la luce tornerà sempre ad illuminarci e a guidarci.

Dobbiamo credere in tutto questo, avere fiducia in noi stessi, in quello che facciamo, in quello che siamo e nelle nostre idee. Se un padre picchia il suo figliolo, non è la paternità il male, ma quel padre.

Lavorare sulla pietra grezza e in essa  credere, questo è il nostro compito nel mondo.

Mi vengono alla mente due grandi uomini e massoni che da poco ci hanno lasciato, e lasciato un grande vuoto. Nella loro vita di uomini e massoni, tanto hanno visto e vissuto, prove ben più dure hanno dovuto superare nella loro esistenza di uomini e fratelli massoni. Eppure non hanno mai smesso, per un solo attimo, di credere nell’uomo e nella massoneria, e fino a quando hanno avuto un alito di vita, in essa e nei suoi principi hanno creduto.

E alla fine hanno vinto. Ci hanno lasciato da uomini liberi e da veri massoni e ora godono nella piena luce all’Oriente Eterno. Ma ci hanno anche lasciato un tesoro immenso: il loro esempio e la loro fede in ciò in cui credevano.

Fratelli apprendisti, è a loro che dovete e dobbiamo guardare, è il loro esempio che ci deve guidare nelle vita profana e massonica. La loro incrollabile fede nei principi universali della massoneria, ci deve essere di esempio ora e sempre.

Gesù Cristo diceva “non guardare alla mia chiesa (che è fatta di uomini) ma alla mia fede”.

Non guardiamo, cari fratelli silenziosi, quanto di male può fare l’uomo preso dal vizio, anche qua dentro il tempio, ma quanto l’uomo di immenso può edificare.

Questo è il nostro obiettivo, la ragione prima ed ultima dell’essere massone.

Portate sempre nei vostri cuori gli ideali alti e nobili della massoneria, solo così il tempio alle virtù che andiamo ad edificare, sorgerà solido e sicuro, e nessun terremoto, per quanto forte possa essere, potrà ridurlo ad un cumulo di macerie.

Potremmo edificare i nostri templi lontano centinaia di chilometri l’uno dall’altro, ma resteremo sempre fratelli , uniti da una solida catena d’unione e avvolti dalla bandiera delle nostre virtù universali.

Solo uniti,come i nostri padri e madri costituenti, e come i fratelli che ci sono stati di esempio, nella totale e assoluta fiducia i cui crediamo, riusciremo a sconfiggere il male che è insito nella natura umana. Solo cosi si riusciranno a scavare oscure e profonde prigioni al vizio e lavorare proficuamente per il bene di tutta l’umanità.

 Ho detto                         

N:.  P:.

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Se vuoi approfondire, leggi anche:

COSA DEVE IL MASSONE ALL’UMANITA’

NUOVI SOGNI PER UN NUOVO RISORGIMENTO

LA TOLLERANZA ED I SUOI SURROGATI

 

IL CORAGGIO DI ESSERE MASSONI

IL GRANDE FRATELLO E IL GRANDE ARCHITETTO

 

IL PARADOSSO DELLA LIBERTA’

MASSONERIA E INFORMAZIONE

ABORTO, EUTANASIA: DUBBI AI CONFINI DELL’ESISTENZA

IL CROCEFISSO: SIMBOLO “MUTO E SILENZIOSO”?

MASSONERIA E SPORT

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1 Comment for this entry

  • Raffaello Biagiotti

    Che meraviglia,
    navigando si possono trovare onde pericolose, ma anche accarezzevoli, Io ho trovato nel Vostro leggere questo Mare oleoso ed ho navigato fino in fondo in un sol respiro, poi mi sono permesso di stampare e ri-leggere, per meglio macerare.
    Grazie e un TFA

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