“MELANCOLIE” E “CROCE ENCICLICA DI HENDEYE”: IL RITORNO AL PRINCIPIO?

Queste opere misteriose ci vogliono forse tramandare un messaggio alchemico riguardante la fine del mondo e il luogo geografico della nuova rinascita? La fine del mondo o Apocalisse, che significa “rivelazione”, sarebbe opera dell'arrivo devastante del X° pianeta nel nostro sistema solare, già predetto da Sumeri, Egiziani e da altre civiltà del passato. Tale pianeta porterà davvero all'inversione dei poli terrestri? E sarà questo perfetto allineamento, a congiungere la Terra con il Cielo, il Tempo all'Eternità, l'Uomo alla sua Divinità Immortale?

inserito il 13 12 2011, nella categoria Alchimia, Astrologia, Esoterismo, Simbolismo, Storia, Tavole dei Fratelli, Tempo

Tavola del fr:. G:. F:.

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L’opera di A. Dùrer dal titolo “Melancolie I” a prima vista desta molto stupore per non dire angoscia: infatti il suo monocromatismo in bianco e nero con tutte le sfumature dovute agli effetti dell’incisione, oltre ad una cozzaglia di oggetti, animali, figure ed attrezzi del mestiere, ne rendono inquietante la visione, e ne fanno presagire un misterioso contenuto esoterico, in particolare dovuto alla luce proiettata sul quadro dal angolo alto a sinistra dove è collocata la scritta del titolo dell’opera.

 

Si scorge infatti un astro che è simile ad un sole il cui disco, di luce bianca, irradierebbe tuttavia dei raggi oscuri (solem tenebrosum), racchiuso da un semicerchio che sembra voler contenere, senza riuscirci, i raggi emanati.

 

L’astro è evidentemente una cometa come quella che illuminò i cieli occidentali negli anni 1513-1514, un astro di cattivo augurio orientato da N-O a S-E che si dirige verso la Bilancia nel centro dell’incisione, segno che rappresenta il Giudizio Universale e la Finedei Tempi ed in particolare la fine di questo ciclo che finisce, rappresentato dalla clessidra a destra vicino alla Bilancia.

 

Tra l’astro e la bilancia vi è una scala a sette pioli che stanno a rappresentare i sette millenni, il settimo, cioè l’ultimo appena visibile, è il millennio del ritorno al Principio.

 

Dal Rituale del 30° ”Nell’iniziazione del Grande Cavaliere del sole si facevano traversare sette sfere. Tali sfere, che formano la vera scale di Giacobbe, simbolizzano l’orbita dei sette pianeti che gravitano intorno al sole. La scala doppia a sette gradini, che è rizzata innanzi a voi non unisce soltanto il cielo e la terra, ma parte dalla terra per ritornare alla terra”.

 

Così il semicerchio sembrerebbe un arcobaleno, segno dell’alleanza tra Dio e le Creature terrestri, che anch’esso parte dalla terra per tornare in terra

In basso vi è accovacciato un animale, in particolare un levriero, il veltro dantesco infatti:

  • non è un agnello per il pelo raso, non è un ariete perchè non ha corna, non è una pecora perchè sarebbe stata rasata da poco e le orecchie non sono di pecora
  • ha il muso lungo di un levriero ed è accovacciato come se fosse vicino al padrone

Davanti ha una sfera che indica la perfezione, mentre dietro una pietra a forma di cristallo gigante dove non è possibile capire il numero delle facce tanto è irregolare, una pietra quindi da levigare con gli utensili per lavorazione della pietra e del legno che vediamo ai piedi del Grande Angelo che simboleggiala Potenzadel Genio o Reggente.

 

Ha un libro sulle ginocchia ed è intento a tracciare un cerchio con il compasso, mentre scruta verso l’infinito come se stesse in meditazione; sul fianco sinistro ha dei lacci ai quali sono legate delle chiavi penzolanti mentre la testa è cinta da una corona con fronde simili a quelle dell’acacia.

 

All’altezza della sua testa verso la sua destra è rappresentato un Piccolo Angelo che simboleggia a sua volta il Genio del Ciclo futuro: è seduto su di un tappeto (trono) posto su un disco di pietra nel cui vuoto assiale si dovrà inserire il mozzo della futura ruota cosmica.

 

Come il Grande Angelo, anche il Piccolo sembra intento a tracciare qualcosa, forse su di una tavoletta con un piccolo maglietto.

 

Se fosse davvero il Genio del Ciclo futuro, allora potrebbe raffigurare il Cristo Glorioso della seconda Venuta; il Dio bambino posto dall’autore nell’asse centrale dell’incisione come fosse l’asse del mondo, centro universale proprio sottola Bilanciache come abbiamo già detto è il Segno del Giudizio Universale e della Fine dei Tempi.

 

In alto a destra abbiamo una clessidra in funzione ed una campanella, come se fosse una specie di “sveglia” dei nostri tempi che all’ora giusta suona, e vicino un quadrato magico, che come tutti i quadrati magici ha la somma dei numeri (sempre diversi tra loro) di ogni riga, sia orizzontale sia verticale che le due trasversali, uguale e in questo caso di 34.

 

Si legga la data dell’incisione che è segnata nel centro dell’ultima riga in basso: 1514, il 200° anniversario dell’uccisione di De Molay la cui somma è 11, il numero segno di riconoscimento, al pari della somma del 5312, data di abolizione dell’Ordine templare così come calcolata secondo l’era massonica e come ricordata dal RSAA nel rituale del 33°.

 

La somma di 34 da 7, numero sabbatico per eccellenza, numero del ritorno al Principio e di conseguenza, della fine del Ciclo che si può anche ricavare dalla somma dei numeri del quadrato magico pari a 136 (34×4) la cui radice quadrata è 16 che ha come somma ancora 7.

 

La somma di 136 da 10, simbolo immediato della serie numerica completa, e in ragione di ciò, figura del compimento totale del ciclo.

 

Cosa da comprendere è anche il pipistrello, animale delle tenebre e del demonio che sostiene il titolo dell’opera “melencolia “ e dopo una specie di “S” e una “I”; su questo tratteremo più tardi parlando del significato della “S” nella successiva opera che adesso tratterò, ovvero:

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La Croce enciclica di Hendeye

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Anch’essa dal profondo significato esoterico già descritta dal Fulcanelli,  alchimista parigino, ricercatore e scrittore prolifico e geniale, scomparso in circostanze misteriose.

Ad un primo sguardo il monumento si divide in tre componenti fondamentali:

  • la base di piedistallo
  • la colonna o pilastro
  • la croce superiore

 

 

La base

 

I quattro simboli della base devono essere presi come componenti di un’unica struttura simbolica, iniziando ad est in senso anti-orario:

  • una stella ad otto raggi
  • una mezza luna con un occhio e lineamenti di viso umano
  • un ovale che riempie l’intero spazio del rettangolo e contiene una croce con quattro A all’interno: le A sono insolite, con un piccolo angolo opposto annidato nel vertice di ogni A, invece che l’usuale barra orizzontale.
  • un astro, raffigurato da un adirato o terrorizzato volto solare con occhi cerchiati che escono dalle orbite, bocca tirata in una smorfia di rabbia o terrore; il volto è circondato da 16 grandi raggi alternati a 16 raggi più piccoli all’interno di un cerchio che li contiene ( in Dùrer invece è un semicerchio): l’intero cerchio solare è circondato da 4 stelle, poste negli angoli del rettangolo e inclinate in modo che il loro asse diagonale incroci nel centro il volto solare.

 

Il pilastro

Rappresenta la colonna vertebrale del mondo, l’albero del mondo e l’albero della vita nello stesso tempo. Gli Egiziani lo videro come lo Djed o Zed, la spina dorsale di Osiride, l’asse polare del pianeta e del meridiano galattico. Lo Djed è una torre, rappresentante stabilità, continuità e rigenerazione. La Festa dell’Innalzamento dello Djed risale ad oltre 5000 anni, come cita il Libro Egiziano della Morte che identifica lo Djed, sia come la colonna dorsale di Osiride, sia come supporto e colonna dorsale dell’Universo.

 

Storicamente lo Djed fu innalzato nei tempi cruciali di transizione tra i cicli, evocando luce e stabilità e per disperdere l’oscurità e il disordine. Secondo i testi del Tempio di Horus a Edfu, lo Djed servì al suo eccelso scopo e rivelò il suo supremo mistero alla fine di ogni età del mondo e all’inizio di un’altra.

 

Lo Djed è il supremo simbolo di unificazione di tutte le polarità, esso connette alla trascendente realtà dell’Uno; simboleggia l’asse micro e macrocosmico e, come l’Asse Cosmico, è il “cilindro” la colonna di luce che collegala Terraalla Stella Polare. Rappresenta stabilità perchè allinea il Polo Nord della Terra con il punto fermo nella volta celeste, oltre la quale si trovano i reami degli Dei e le più alte dimensioni dell’Essere.

Nel microcosmo dentro di noi invece, l’asse umano è la colonna spinale, il tunnel spazio-temporale attraverso il quale il grande trasferimento può avvenire, la colonna di luce che connette la materia pesante alla pura Consapevolezza.

 

La croce

E’ il punto più alto ove si trovano:

  • l’iscrizione INR
  • le due X posizionate una sopra l’altra
  • la misteriosa scritta in latino:  O C R U X A V E S    P E S U N I C A    che sta per: O CRUX AVE SPES UNICA (Ave O Croce, unica speranza)

 

Come Fulcanelli ci dice, l’iscrizione INRI ci introduce direttamente nella tradizione Alchemica Rosacrociana e può essere interpretata come una delle massime dell’Alchimia: Igne Natura Renovatur Integra (la natura è rinnovata dal fuoco); ed altre interpretazioni leggono invece Igne Nitrum Raris Invenitum (la lucentezza è raramente trovata nel fuoco).

 

Queste lettere furono considerate le “Parole Chiave” e sottoposte da Weidner e Bridges, (di loro è un recente approfondito studio della Croce di Hendaye) ad un genere peculiare di gnostica ed analisi kabalistica; il primo simbolo che indica chiaramente un percorso tra vita/morte/resurrezione/nuova vita, collegato ai misteri della luce, il fuoco dove la lucentezza può essere trovata e la rivoluzione del ciclo precessionale causato dal ribaltamento dell’asse terrestre.

 

Al lato opposto si trovano due X posizionate una sopra l’altra per cui la prima impressione è quella del numero romano venti scritto verticalmente, che Weidner e Bridges evidenziano in relazione con la Carta XX dei Tarocchi,  appunto quella del Giudizio Finale.

 

Fulcanelli invece scrive nel suo “Le Dimore Filosofali”: “La X significa anche il sale ammoniaco dei saggi, o sale d’Ammone (ammoniakòs) cioè dell’Ariete, che un tempo veniva scritto con maggior veridicità, harmoniac, perchè realizza l’armonia (armonia, riunione), l’accordo tra l’acqua e il fuoco, perchè mediatore per eccellenza tra il cielo e la terra, lo spirito e il corpo, il volatile e il fisso. Ed ancora è il Segno, senz’altro attributo, il sigillo che rivela l’uomo per mezzo di alcune linee superficiali, le virtù intrinseche della prima sostanza filosofale. Infine la X è il geroglifico greco del vetro, materia pura tra tutte, ci assicurano i maestri dell’Arte, e quella che più si avvicina alla perfezione…”.

 

L’iscrizione latina, per il grossolano errore che reca nell’iscrizione, non induce a sviluppare complessi sistemi di analisi ma a cercare nella semplicità del messaggio, veicolato sapientemente da un così evidente errore grammaticale.

 

Fulcanelli diede importanza alla lettera S : “La lettera S, che prende in prestito la forma sinuosa del serpente, corrisponde al khy (x) della lingua greca e ne assume il significato esoterico; è la traccia elicoidale del sole giunto allo zenit della sua traiettoria nello spazio, il tempo della catastrofe ciclica; è un immagine teorica della Bestia dell’Apocalisse, del drago che vomita, nei giorni del giudizio, il fuoco e lo zolfo della creazione macrocosmica. Grazie al valore simbolico della lettera S, messa in posizione errata a bella posta, comprendiamo che l’iscrizione deve essere tradotta in linguaggio segreto, cioè nella lingua degli Dei, o quella degli uccelli e che si deve scoprire il significato per mezzo delle regole della Diplomazia” e continua rivelando la filosofica lettura dell’iscrizione: ”E’ scritto che ‘la vita si rifugi in un sol luogo’, apprendiamo cioè che esiste un paese nel quale la morte non toccherà gli uomini, quando sarà il terribile momento del duplice cataclisma. Tocca a noi cercare, poi, la posizione geografica di questa terra promessa, dalla quale gli eletti potranno assistere al ritorno dell’età dell’oro”.

 

A questo proposito, lo studioso francese Jules Boucher scrisse nel 1936: “Questa croce, contrassegnata con la X, ci mostra una sorta di rebus: è l’Artista che moltiplica le figure affinchè il suo emblema possa parlare; scrutando con gli occhi dello spirito l’iscrizione O CRUX AVE SPES UNICA“, i Cabalisti trovarono, molto esattamente e senza possibilità di errore, l’indicazione precisa del punto del globo che non sarà toccato dalla prossima catastrofe (inversione dei poli), dal prossimo sovvertimento.

 

Bisogna tenere presente che la parola “rovesciamento” significa inversione della sfera terrestre, vale a dire che il polo nord diventerà il polo sud e inversamente, quando il sole che divora (sole nero) arrivato al punto culminante della sua corsa, marcerà in senso inverso, guardando lo stesso senso di rotazione.”

 

Questo significato della lettera “S”possiamo attribuirlo anche alla Lettera “S” del Melancolie, possiamo quindi dire che potrebbe rappresentare un “X”

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Conclusioni

 

Queste opere misteriose ci vogliono forse tramandare un messaggio alchemico riguardo la fine del mondo e riguardo al luogo geografico della nuova rinascita?

 

La fine del mondo o Apocalisse, che significa “rivelazione” sarebbe opera dell’ arrivo devastante del X° pianeta del nostro sistema solare, contraddistinto dalla X superiore, il pianeta dell’attraversamento, conosciuto da Sumeri, Egiziani e da altre civiltà del passato , il quale compie la sua enorme orbita intorno al Sole e quindi giunge al suo allineamento ciclico conla Terrae con i quattro pianeti, Marte e Giove da un lato e Venere e Mercurio dall’altro a simboleggiare l’apertura della Porta celeste ogni 3600 anni circa?

 

Tale pianeta porterà davvero all’inversione dei poli terrestri? e sarà questo perfetto allineamento, a congiungerela Terracon il Cielo, il Tempo all’Eternità, l’Uomo alla sua Divinità Immortale?

 

Non tenteremo ulteriori letture se non quella del maestro Fulcanelli: «Nell’Età dell’Oro» scrive «l’uomo rinnovato ignora qualsiasi religione, e ammira le opere Divine senza manifestazioni esteriori, senza riti e senza veli».

«Non sta scritto che nessuno sa il giorno né l’ora, ma solo il Padre che sta nei cieli? Se, come abbiamo scritto, conviene arrivare all’ultima ora con sangue freddo, abbiamo anche raccomandato di non spaventare mai i Paesi (le genti) con stupidate, né datare con un’ora completamente umana (precisa) la fine dei tempi!».

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G:.F:.

13 dicembre 2011

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Bibliografia essenziale

(1)    Fulcanelli      Le Dimore Filosofali (ed.Mediterranee,Roma,1973).

(2)    Fulcanelli       Finis Gloriae Mundi (ed Mediterranee,Roma,2007)

(3)    Fulcanelli      Il Mistero delle Cattedrali (ed.Mediterranee,Roma,2005).

(4)    Rivière          L’enigma Fulcanelli (ed.L’età dell’Acquario, Torino,2006).

(5)    Barmont L.    L’esoterismo di Albrecht Durer (ed.Luni Editrice,Milano 2003).

(6)    Arcadia 93

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Suggerimento

Leggi anche “La minaccia degli asteroidi. Dal primo avvistamento di Cerere (1° Gennaio 1801) ad Apophis che potrebbe colpire la Terra nella Pasqua del 2036” sul sito www.telesanterno.com.

http://www.telesanterno.com/1-2-gennaio-la-minaccia-degli-asteroidi-dal-primo-avvistamento-di-cerere-ad-apophis-che-potrebbe-colpire-la-terra-nella-pasqua-del-2036-0101.html

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DA CERERE AD APOPHIS:

LA SAGA DEGLI ASTEROIDI

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1° Gennaio 1801: Giuseppe Piazzi, singolare figura di sacerdote ed astronomo, scopre proprio nella notte fra il primo ed il secondo giorno dell’anno, il primo asteroide, che battezza  “Cerere”, dal nome della dea romana dei raccolti che anticamente veniva identificata conla Sicilia.

 

La scoperta di Piazzi viene fatta proprio in Sicilia, dall’osservatorio di Palermo, che egli stesso aveva fondato (come pure fece per quello di Napoli).

 

L’asteroide individuato da Piazzi ha un diametro di940 metri. E’ il più grande di una regione, fra Marte e Giove, dove vi è un’altissima concentrazione di “pianetini” simili, zona detta appunto la “fascia degli asteroidi”. Ad oggi ne sono stati identificati diverse migliaia, ma si ritiene che il numero di quelli ancora da catalogare possa essere dieci volte superiore.

 

Il 24 Marzo 1994 la sonda Galileo in viaggio verso Giove ha scoperto addirittura il primo asteroide dotato di un proprio satellite naturale, una piccola Luna di2 chilometridi lunghezza che orbita attorno ad Ida (questo il nome dell’asteroide scoperto dalla sonda) ad una distanza gravitazionale di circa100 chilometri.

 

 

I primi asteroidi, come quello osservato dall’astronomo italiano Piazzi nel 1801, vennero indicati con nomi derivati dalla mitologia greco-romana, a cominciare appunto da Cerere, ma quando questi riferimenti mitologici cominciarono ad esaurirsi, si cominciò ad usare nomi di personaggi storici, nome delle mogli degli scopritori, perfino di attori del cinema e della televisione. Spesso venivano individuati gruppi di asteroidi che ricevevano un nome collettivo (ad es. Centauri) mentre ciascun oggetto veniva battezzato col nome di uno dei mitici centauri. E così via (per fare un altro esempio tutti i principali asteroidi del gruppo dei “Troiani” portano il nome dei mitici eroi della guerra dell’Iliade.

 

Dalla scoperta di Cerere, il primo asteroide, si è aperto per l’umanità un nuovo capitolo di inquietudini, legate al fatto che uno di questi massicci corpi celesti potesse colpire la terra, come è probabilmente già accaduto in passato, provocando l’estinzione della maggior parte delle forme di vita sulla sua superficie, sorte che potrebbe già essere toccata ai dinosauri in un’era preistorica.

 

Dal 1995 ad oggi gli astronomi hanno rilevato oltre 6.500 oggetti potenzialmente pericolosi perla Terra. Oggettidello spazio profondo che nel corso dei secoli potrebbero scontrarsi con il nostro pianeta, detti perciò “asteroidi near Earth”.

Questi ultimi sono a loro volta suddivisi, a seconda della loro orbita più o meno vicina a quella del Sole, “Asteroidi Amor”, “Asteroidi Apollo” e “Asteroidi Aten”.

 

La probabilità di impatto con Terra viene inoltre  calcolata con una scala di “allarme” detta “Scala di Torino” (esiste anche un’ulteriore “Scala Palermo”).

 

Il più minaccioso, sinistramente battezzato Apophis, è stato classificato inizialmente al quarto grado (su 10) della Scala Torino. Successivi calcoli hanno fatto regredire la minaccia al grado 1. Ma l’ipotesi della collisione conla Terranon è ancora del tutto scongiurata.

 

Si prevede che Apophis, una volta catturato dalla gravitazione del sistema solare, sfiorerà una prima voltala Terranel 2029, passando (alle ore 22:45 di venerdì 13 aprile, un giorno di per sé poco rassicurante anche dal punto di vista scaramantico) più o meno alla stessa distanza degli attuali satelliti geostazionari (35-37mila chilometri).

 

Ma ciò che si teme di più è il suo successivo ritorno versola Terraprevisto il 13 aprile del 2036 (proprio nella Domenica di Pasqua).

 

Potrebbe essere questo il momento più critico per il nostro pianeta. Solo quando sarà possibile disporre di dati più precisi sulla massa e la composizione di Apophis sarà possibile calcolare con maggior precisione la sua rotta, e determinare se costituisce un vero pericolo perla Terra.

 

Fino ad allora rimarrà una minaccia da non trascurare.

 

“Apophis” è dunque un nome che calza a pennello questa minaccia dallo spazio profondo: deriva dal nome greco del dio dell’antico Egitto Apòfi “il Distruttore”, dio che dimora nelle oscurità eterne del Duat, il mondo sotterraneo degli egizi, e tenta di distruggere il Sole quando questo compie il suo ciclico passaggio notturno nello stesso regno dell’oscurità (per questo è detto anche “Nemesi di Ra”).

 

Ma a parte le attinenze mitologiche pare che la vera ragione per cui all’asteroride “2004 MN4” (il primo “nome” con cui fu catalogato) fu dato l’appellativo “Apophis” sia stata la comune passione di due (Tholen e Tucker) dei suoi scopritori (fra cui c’era anche l’italiano Fabrizio Bernardi), per la serie televisiva “Stargate”, nella quale l’alieno che cercava di assoggettarela Terra, viaggiando su astronavi a forma di piramidi, si chiamava appunto Apophis.

 

Anche una delle più serie e reputate astrofisiche italiane, Margherita Hack, è convinta che la minaccia di Apophis non debba essere trascurata, o quanto meno che il mondo scientifico e l’industria spaziale farebbero benissimo a creare un progetto comune per affrontare questa minaccia (deviare o distruggere Apophis, se risultasse davvero in rotta di collisione conla Terra).

 

Nasa e Russia sia stanno già muovendo in questo senso, per Margherita Hac, dovrebbe fare altrettanto anche l’Agenzia Spaziale Europea “Anche perché se non dovesse risultare necessario deviare Apophis, avremmo messo a punto tecnologie che potrebbero risultare utili nel caso si scoprisse in futuro un altro asteroide in linea di collisione conla Terra”.

 

Un paio d’anni da, proprio nei giorni che  combaciano con l’anniversario dell’avvistamento di Cerere, il primo asteroide osservato dall’italiano Piazzi, lo scienziato Anatolj Perminov, direttore della Roskosmos, l’agenzia spaziale russa, ha rivolto un appello al mondo per collaborare al progetto di eliminare la minaccia di Apophis.

 

Perminov sostiene che gli scienziati russi hanno già studiato il problema e che hanno già elaborato un progetto per questo scopo, progetto ancora top secret (pare comunque non preveda l’utilizzo di ordigni nucleari come si è fantasticato in film e romanzi di fantascienza sull’argomento), ma che per essere realizzato necessita della collaborazione di tutti, soprattutto Nasa e Agenzia Spaziale Cinese.

 

Dalle indiscrezioni pare che il progetto preveda una missione umana sull’asteroide (sarebbe già operativo un progetto di addestramento specifico di astronauti russi).

 

Fra le ipotesi formulate dai media in questi giorni figurano quella del “trattore spaziale”, ovvero il posizionamento nei pressi dell’asteroide un’astronave con massa sufficiente ad influire sulla gravitazione di Apophis deviando leggermente (quanto basta) la sua orbita, oppure addirittura un’immensa operazione di “imbiancatura” spaziale, ovvero dipingere di bianco il lato dell’asteroide esposto al Sole, in modo tale da “accelerare” la rifrazione dei raggi solari, generando un’ulteriore spinta che farebbe comunque deviare Apophis dalla sua attuale rotta. Scienza o fantascienza? Abbiamo 26 anni per deciderlo (beh, forse un po’ meno)…

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