THE WASHINGTON MONUMENT

Grandezza e lungimiranza massonica

inserito il 27 09 2011, nella categoria Architettura, Simbolismo, Storia, Tavole dei Fratelli

 “Dio favorisce le nostre imprese”

.

Tavola del fr:. G:. P:.

.

Ho da poco terminato la lettura dell’ultimo romanzo di Dan Brown “Il Simbolo Perdutoe devo confessare che più di una volta ho rischiato di chiuderlo definitivamente ed anzitempo, fiaccato dallo stile eccessivamente “feuilleton”, troppo impregnato di avventura e colpi di scena che assecondano un certo compiacimento, tipicamente yankee, per gli effetti speciali.

 

Se avessi così fatto però, mi sarei perso lo struggente finale che, oltre a riabilitare tutta l’opera, mi ha profondamente colpito per gli aspetti  legati alla simbologia utilizzata dai Padri Fondatori degli U.S.A., tutti massoni, nel concepire architettonicamente la propria Capitale, la Città Federale poi ribattezzata nel nome di Washington, trasferendo in essa tutto il sapere derivante dalle antiche tradizioni e quindi conferendole  la connotazione di faro per tutta l’America.

 

L’epilogo del romanzo si svolge, molto scenograficamente, con il protagonista, che, dopo una serie infinita di peripezie, ha finalmente individuato la parola perduta e, con questa consapevolezza, risale i gradini che lo portano sulla sommità della cupola del Campidoglio.

 

Qui attende l’alba, osservando in lontananza, al termine del National Mall e perfettamente allineato con questo, l’imponente obelisco che i Padri Fondatori vollero erigere alla gloria di George Washington, primo loro presidente.

 

La prima pietra di questo edificio venne posata al termine di una elaborata e fastosa cerimonia massonica, il 4 luglio 1848 e, con la sua considerevole altezza di 170 metri, mantenne il record mondiale per oltre 40 anni, fino al  1889, quando a Parigi venne completatala Tour Eiffel.

 

E’ sempre stata pratica della Libera Muratorìa quella di dare un profondo significato simbolico alla prima pietra (pietra angolare) che veniva posta alla base di ogni monumento celebrativo, perpetrando così una antica tradizione derivante dal “Libro dei Salmi” dell’antico testamento: il primo passo di un edificio verso la luce dei cieli!

 

Nel caso del Washington Monument, la pietra angolare contiene, gelosamente racchiusa al suo interno… una Bibbia.

 “In principio era il verbo…” la parola… il simbolo perduto!

E’ vero da un lato che gli americani, rispetto alla vecchia Europa, vantano meno storia e quindi monumenti assai meno datati; si rimane tuttavia con un senso di ammirato stupore quando si pensa ad una nazione giovane che, per celebrare il proprio Padre della Patria, e non disponendo di un proprio personale stile architettonico, non esita a rivalutare la semplicità dell’obelisco egizio, con tutta la straordinaria simbologia in esso contenuta.

Gli Egiziani erigevano Obelischi alla gloria del Dio Sole Ra, anzi, addirittura pare che in questa costruzione volessero rappresentare proprio un raggio di sole pietrificato e questa sacralità veniva sancita dal concetto che il Dio Sole era presente in ogni obelisco. Altra interpretazione, sicuramente più recente e pragmatica, è che questa particolare costruzione simboleggi la tensione e l’aspirazione dell’Uomo versola Luce, concetto questo molto “massonico” e che credo abbia ispirato gli “Architetti” ideatori e costruttori.

Ma c’è un altro aspetto affascinante che ruota attorno al nostro monumento che viene affettuosamente chiamato dagli americani “il matitone” e, come già detto, è a tutt’oggi l’edificio più alto di Washington D.C. : una legge urbanistica voluta dalla municipalità nel 1910 ed ancora vigente, proibisce di costruire edifici che superino di 6 metri la larghezza della sede stradale sottostante, impedendo di fatto la costruzione di grattacieli.

LAUS DEO

 

…e questo ci riporta al protagonista del romanzo, che abbiamo lasciato sulla sommità del Campidoglio, in attesa dell’alba e che ora, attonito, assiste al primo raggio di sole su Washington che, come una minuscola scheggia di luce dorata, viene riflesso ogni mattina dal primo, più alto oggetto che trova sul suo cammino: sia lode a Dio!

 

 

Tutta questa città, crocevia dell’America, è permeata di cultura e simbologìa massonica, dalle rigorose geometrie delle strade fino ai dettagli di ogni monumento, dove la fede nell’onnipotente è sempre testimoniata con l’incrollabile fede nell’Uomo, che deve continuamente migliorare se stesso fino a far emergere la propria natura divina.

 

Il grande affresco all’interno della cupola del Campidoglio, che sovrasta e sorprende tutti i visitatori per l’imponenza delle proporzioni, è stato chiamato “L’Apoteosi” e rappresenta Dèi mitologici insieme ai principali inventori americani, Fulton, Franklin, Morse… ed alle loro creazioni. Da queste figure si stacca uno splendente arcobaleno, fino alla figura che campeggia centralmente su una nuvola: George Washington… la grande promessa dell’Uomo che assurge a divinità.

 

Il messaggio che traspare da quanto riportato finora è forse l’aspetto più luminoso ed universale che la Libera Muratorìa trasmette ai propri affiliati, molto ben testimoniato, peraltro, dal prologo al Vangelo di S. Giovanni, sempre presente durante i lavori massonici sull’Ara, sormontato da squadra e compasso: la tolleranza, in particolar modo quella religiosa: Giovanni ammette tutte le differenze umane possibili, a condizione di amare Dio!

 

L’espressione quindi “Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’Universo” permette così a ciascuno di interpretare a modo suo, la propria concezione di Dio.

 

E’ in grave errore pertanto chi attribuisce l’etichetta di “ateo” ad un massone, e la prova più evidente è la prima dichiarazione che si chiede di sottoscrivere ad un profano bussante: credere nell’Essere Supremo.

 

Per quanto ora mi sforzi di rimarcare quanta grandezza e lungimiranza sono contenute in questo messaggio di universale religiosità, non trovo di meglio che riportare integralmente il breve capitolo 130 de ”Il Simbolo Perduto”: 

 

“…In principio era il Verbo.

La Parola.

Inginocchiato nella crociera centrale della cattedrale di Washington, il reverendo Galloway pregava per l’America. Pregava affinché il suo amato Paese arrivasse presto a comprendere l’autentico potere della Parola: la sapienza di tutti gli antichi maestri tramandata nei loro scritti, le verità spirituali insegnate dai grandi saggi.

 La storia aveva benedetto l’umanità con uomini di profonda saggezza, anime illuminatissime la cui comprensione dei misteri dello spirito e della mente andava al di là di ogni possibile immaginazione. Le parole preziose di Buddha, Gesù, Maometto, Zoroastro e innumerevoli altri erano state tramandate nel corso della storia  grazie ai contenitori più antichi e pregiati.  I libri.

Ogni cultura sulla terra possiede un proprio libro sacro – la propria Parola -, ciascuno diverso dall’altro e, al tempo stesso, ciascuno uguale all’altro. Per i cristianila Parolaèla Bibbia, per i musulmani il Corano, per gli ebreila Torah, per gli induisti il Veda e così via, all’infinito.

La Parola illuminerà la strada. Per i massoni padri fondatori dell’America, la parola era statala Bibbia. Eppure pochissime persone nella storia ne hanno compreso il vero messaggio. Quella sera, inginocchiato in solitudine nella grande cattedrale, Galloway posò le mani sulla Parola: una vecchia copia della sua Bibbia massonica. Quel libro, che gli era carissimo, comprendeva, come tutte le Bibbie massoniche, l’Antico e il Nuovo Testamento e una preziosa raccolta  di scritti filosofici della Fratellanza. Anche se i suoi occhi non potevano più leggere, Galloway conosceva a memoria la prefazione. Lo splendido messaggio che conteneva era stato letto da milioni di suoi fratelli, in innumerevoli lingue di tutto il mondo. Il testo diceva:

IL TEMPO E’ UN FIUME  E I LIBRI SONO VASCELLI. MOLTI VOLUMI INIZIANO A NAVIGARE SEGUENDOLA CORRENTE SOLOPER POI NAUFRAGARE O ARENARSI NELLA SABBIA, AL DI LA’ DI OGNI POSSIBILE RICORDO. SOLO POCHI, POCHISSIMI RESISTONO ALLE PROVE DEL TEMPO E CONTINUANO A VIVERE PER BENEDIRE CONLA LORO PRESENZALE EPOCHE SEGUENTI.

C’è  una ragione per cui questi volumi sono sopravvissuti mentre altri sono scomparsi. Come studioso della fede, il reverendo Galloway aveva sempre trovato stupefacente il fatto che gli antichi testi spirituali, i libri più studiati sulla faccia della terra, fossero in realtà i meno compresi.

Nascosto tra quelle pagine c’è un segreto meraviglioso. Un giorno, presto, si sarebbe fatta luce e l’umanità avrebbe finalmente cominciato ad afferrare la semplice verità trasfigurante dagli antichi insegnamenti… e avrebbe compiuto un portentoso balzo in avanti nella comprensione della propria magnifica natura…”

 

Ho detto

G:. P:.


1 Trackback or Pingback for this entry

Lasciaci un commento

Cerchi qualcosa?

Utilizza il campo sottostante per cercare nel sito:

Hai cercato qualcosa che non hai trovato? Contattaci e richiedici l'informazione che cerchi!

Link

Ti raccomandiamo di visitare questi siti web