L’INQUIETUDINE INTERIORE E LA REGOLA MASSONICA

La Massoneria speculativa è costituita da uomini che si sono avvicinati all’Istituzione perché non trovavano nel mondo profano riposte alle loro inquietudini interiori. Tuttavia questa inquietudine non viene placata dall’Iniziazione, ma continuerà ad essere una sorgente di energia e di forza, che potrà anche costare dolorose asprezze, disillusioni e conflitti. Da questo la necessità di imparare a “giocare col (proprio) fuoco (interiore)”, attraverso gli stessi strumenti della Regola massonica.

inserito il 11 05 2011, nella categoria Esoterismo, Etica, Filosofia, Tavole dei Fratelli

Tavola del fr:. C:. B:.

La Massoneria speculativa, cui apparteniamo, è costituita da uomini che si sono avvicinati alla Istituzione perché non hanno trovato nel mondo profano risposte alle loro inquietudini interiori. Essi potevano essere più o meno soddisfatti nel mondo, nel lavoro e nelle relazioni umane, ma la loro tensione interiore era rivolta alla ricerca di quella cosa in più che potesse dar senso alla loro vita e arricchire il loro animo e la loro comprensione.
La Massoneria offre numerose risposte ai quesiti che si pongono all’uomo in cerca ma soprattutto offre una guida per poter comprendere la propria inquietudine interiore e dirigerla in direzioni che non la disperdano ma siano dispensatrici di frutti inaspettati. In effetti i lavori rituali dei liberi muratori, speculativi e meditativi, hanno proprio il compito di guidare il Massone permettendogli di esprimere appieno le sue tensioni, offrendogli risposte e strumenti. Che cos’è questa inquietudine che caratterizza l’animo massonico?

Essa è indubbiamente il frutto di un ripiegamento in se stessi, di una meditazione interiore, di una riflessione sull’uomo, la società e il mondo, e della tensione a volgere lo sguardo altrove, al di là di ciò che appare, o che è dato per accettato. Essa non riguarda solo il proprio animo perché, se così fosse, si ridurrebbe solo a una tensione intimista, che pur non aliena dall’animo del Massone, non lo completa in quanto il Fratello non solo vuole conoscere se stesso come si afferma di solito, ma si pone interrogativi conosciuti, etici, spirituali e filosofici sulle cose che sono e su quelle che non sono, su ciò che appare e su ciò che non appare. Il Massone è un uomo che vive nella dimensione sospesa, perché in bilico, tra ciò che ha accettato e raggiunto e ciò che vorrà raggiungere e che non ha ancora conosciuto.
Egli sa e non sa. L’iniziazione, per quanto fondamentale, è solo il segno che si acquisisce e si accetta per evidenziare l’inizio del cammino che ci deve portare alla regola che si accoglie e che diventa la norma della propria interiorità e del proprio essere nel mondo. Con essa si mette tra parentesi un mondo e se ne riapre un altro, si chiude una condizione personale esistenziale e ci si dispone per acquisirne un’altra.
Tuttavia, è bene sottolinearlo, l’inquietudine non scompare con l’iniziazione, né mai potrà scomparire perché essa è proprio La condizione dell’iniziato che la coltiverà nel suo animo e che sarà la fonte della sua ricchezza e delle sue conquiste, lontano dallo stato di acquiescenza. La sua inquietudine è il segno del suo anèlito iniziatico, ma è anche portatrice di tante difficoltà ch’egli incontrerà nel suo cammino, in sé edal di fuori di sé.
Essa che è sorgente di energia e di forza è anche causa di asprezze e disillusioni, di conflitti con sé e con gli altri, Fratelli inclusi, e di tremori dell’animo, che possono offuscare la mente, farla cadere nelle trame di quelle passioni che dovrebbero essere state abbandonate e che procurano un intralcio al proprio cammino.

Per questo, il Massone deve guardarsi dalla propria inquietudine, difendersi da essa, pur mantenendola viva e vegeta, deve rafforzare continuamente il proprio fuoco interiore ma deve pure saperlo controllare e saperlo dirigere. Da cui la necessità, come si dice dell’arte, cioè la Massoneria, che permette di giocare col fuoco, di scatenare le proprie forze occulte ma di saperle controllare e dirigerle senza paura di perdersi e di accorgersi quando portano a nuocere a se stessi e agli altri.
Egli deve saper riconoscere gli strumenti della Regola che permettono di rafforzare continuamente l’inquietudine in modo che il fuoco sia sempre vivo ed avvampi; essere pienamente consapevole della forza del fuoco e della possibilità che esso può bruciare se stessi, gli altri, ed il tempio, dimora in cui si vive, di saper guidare l’inquietudine in modo che essa cresca, si allarghi, generi frutti e disponga ed apra nuove mete note ed ignote, di osservarla così come essa è e si volge per poterla considerare con passione e distacco allo stesso tempo.
Deve però anche difendersi da essa in modo che non sia mal diretta e diventi soggiogata al vizio, generando male a se ed agli altri, e così facendo oscurando e facendo perdere la direzione del cammino.
Per questo, allora, è necessaria la Regola, la sola ch’è in grado di ritornare sempre sul proprio cammino, di poter guidare se stessi e la propria inquietudine e di far si che essa sia generatrice di frutti saporiti e non di mele marce.
Aiutato dalla regola massonica nel suo complesso simbolico e di equilibrio fra mondo esoterico ed exoterico, il Fratello non si limita ad assorbire le conoscenze degli altri fratelli e di espone come sue, per quanto giuste possano essere. Invece le cerca in sé e le apprezza maggiormente perché le ha viste nascere, come un agricoltore vede con soddisfazione crescere la propria frutta sugli alberi.
Anzi, proprio perché ha visto crescere e maturare la propria frutta è in grado di poter riconoscere la qualità di quella che Io circonda, secondo i canoni dell’eterno percorso iniziatico: eterno, in quanto proprio uno dei fondamenti base della regola massonica è la costante crescita di se stessi, il costante utilizzo ed assimilazione di concetti base della vita iniziatica, oltre che la capacità di saper distinguere il bene dal male.

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