CHI OSA BATTERE ALLA PORTA DEL TEMPIO?

Omosessualità e Iniziazione.

inserito il 08 05 2011, nella categoria Sessualità, Simbolismo, Tavole dei Fratelli

Tavola del fr:. A:.  Mu:.

“Un profano bussa alla porta del tempio. Chiede la Luce. Come osa sperarlo? Perchè è un uomo libero e di buoni costumi…”

E’ questo in sintesi il dialogo che s’intrattiene da una parte e l’altra della porta (chiusa) del Tempio prima di procedere alla cerimonia di iniziazione di un nuovo fratello.

Ma cosa succede quando il bussante è dichiaratamente omosessuale? Questa sua particolare condizione “ormonale” contrasta con l’essere “uomo”, “libero” e “di buoni costumi”?

Ho cercato nelle librerie ed in internet, nei nostri statuti, in riviste ufficiali, ovunque, qualche presa di posizione ufficiale della Libera Muratoria per un simile frangente. Ma non ho trovato nulla.

Segno evidente che il problema, se non rimosso, è estremamente difficile da codificare, e viene affidato essenzialmente alla sensibilità ed ai principi generali che ispirano la vita di ciascuna loggia.

Dunque tocca alla loggia ed al suo Venerabile rispondere a questa particolare bussata profana, imbarazzante soprattutto per la molteplicità di principi filosofici e morali che essa mette in gioco, e per i corto-circuiti che rischia di produrre nelle coscienze dei fratelli.

Accogliere o no un omosessuale fra le nostre colonne? Una scelta che appare subito alquanto “scomoda” da fare. Ma è proprio quando diventano più “scomodi” che è bene stringersi ancor più fortemente ai nostri ideali.
Forse è fin troppo “facile” professarsi e sentirsi “tolleranti” e “fraterni” fra persone che hanno tante affinità con noi stessi.

Avere a che fare, invece, con spiriti ed identità “diverse”, potrebbe servire proprio a rinsaldare tali ideali, ed a renderli meno “teorici” e più concretamente “vissuti”, attraverso la necessità di un impegno più profondo e più cosciente per mantenere l’eggregoro perfetto all’interno della loggia.

Si può essere gay e massoni? La storia, ed i tanti personaggi omosessuali che hanno frequentato le nostre logge (da Beethoven ad Oscar Wilde), sembrerebbero non stabilire alcuna preclusione a tal riguardo.

Forse, però, è bene partire da un più attento esame tassonomico delle definizioni.

Il termine “GAY” innanzi tutto non è affatto legato al significato più licenzioso di “gaio, allegro, gioioso” che potrebbe far pensare ad uno stile di vita ed a  “costumi” diciamo così “extralarge” dal punto di vista morale.

GAY  in realtà è un acronimo inglese composto dalle iniziali di “Good As You”, cioè “Valgo come Te”, una rivendicazione di eguaglianza e di diritti, che è difficile da sconfessare da parte di massoni come noi, che credono fermamente nell’eguaglianza di tutti gli esseri umani, e dei loro diritti, indipendentemente dal censo, dalle idee politiche, dalla religione…. e perchè no, dal funzionamento dei loro cromosomi e dei loro ormoni.

Sul piano dei diritti, è appena il caso di ricordare che lo stesso Grande Oriente d’Italia, fin dall’anno 2000, ha difeso dall’oltranzismo cattolico la liceità del Gay Pride, la giornata dell’orgoglio e della rivendicazione dei diritti omosessuali, giornata che in quell’anno coincise con la manifestazione massonica dedicata a Giordano Bruno, simbolo della lotta contro “intolleranza e delitti di opinione”.

Le nostre logge, come noto, sono precluse alle donne, in virtù della valenza solare (cioè maschile) del nostro percorso iniziatico. Ciononostante sono profondamente convinto, e ne ho scritto, che si tratti di un’esclusione puramente simbolica, e che il nostro percorso sia fortemente intriso di valori del Femminino, per fare di ciascun massone un “uomo nuovo”, in grado di generare una società più giusta e avanzata, attraverso nozze  (hyeros gamos) più consapevoli della propria sacralità.

(Da questa mia forte convinzione derivo anche l’auspicio che possa essere riconosciuta, in futuro, anche una parallela massoneria femminile, che svolga separatamente i  suoi primi gradi di formazione  come avviene in campo maschile per la “massoneria azzurra”, per poi congiungersi – Sole e Luna – in un nuovo rito superiore di perfezionamento, come donne nuove e uomini nuovi, colonne inseparabili di un unico destino e di un’unica missione: creare una società più giusta ed illuminata. Un processo che richiede comunque l’elaborazione di nuovi miti e nuovi riti. Resta da chiedersi chi sarà mai in grado di scriverli, oggi? L’ispirazione, forse, potrebbe giungere  dallo stilo di qualche antico scriba egiziano, nella trazione di Iside… chissà!?)

Scrive Athos Altomonte, studioso di alchimia ed esoterismo, fondatore del sito Esonet: “Per l’insegnamento iniziatico «mascolino e femminino» non hanno comunque nulla a che fare con l’identità sessuale, ma rappresentano semplicemente  diversi «stati di coscienza». Maschio o femmina in questo caso non fa infatti differenza, perchè, se vorranno evolversi entrambi dovranno sviluppare le prerogative opposte. Così, l’uomo dovrà sviluppare il femminino ch’è in sé (la sensibilità percettiva), mentre la donna dovrà sviluppare il proprio mascolino (capacità di analisi).

L’omosessuale può trovarsi, in questo caso, addirittura in una posizione privilegiata di medietà e compresenza di questo incrocio di valori maschili e femminili.

Indipendentemente da ogni identità sessuale, quando si riesce a fondere in se stessi «mascolino e femminino», ovvero, quando percettività e logica si uniscono, si produce il matrimonio alchemico. Dall’unione nasce un terzo elemento (psichico), a se stante, che veniva descritto di natura androgina. In termini moderni, diremmo una identità transpersonale, la cui sovranità mentale (v. Ars regia) non ha più ostacoli a “dialogare” con l’entità sovramondana chiamata anima.

A secondo del livello di coscienza raggiunto, si possono classificare diversi tipi di nozze.

Le nozze fisiche, sancite dall’unione di due corpi.

Le nozze iniziatiche, sancite dall’unione di due coscienze aperte e illuminate.

Le nozze alchemiche, sancite dall’unione tra mascolino e femminino di uno stesso individuo.

Le nozze spirituali, sancite dall’unione tra una mente illuminata e la coscienza sottile.

Da questa classificazione e dai significati che le sono attribuiti, sembrerebbe che l’omosessualità non osti affatto alla maggior parte di questi sposalizi iniziatici.  L’unica preclusione sarebbe semmai la meta suprema, ovvero l’esperienza divina delle Nozze Sacre generatrici di nuova vita, meta che equivale probabilmente al compimento della Grande Opera individuale, ma che a pensarci bene non è affatto garantita nemmeno a tutti i fratelli eterosessuali che intraprendono la lunga via dell’iniziazione.

Una caratteristica di questo processo è quella di considerare l’Uomo un Athanor vivente che contiene energia in perenne trasformazione – scrive ancora Altomonte – Per la complessità della sua coscienza l’Uomo è ritenuto il simbolo più rappresentativo della natura.

Dal punto di vista iniziatico il Laboratorio alchemico non è la costruzione in muratura del “chimista”, ma è l’Alchimista stesso, ed i suoi alambicchi sono il suo cuore e la sua mente.

Nella sua Opera si avvale dei 4 elementi che per l’Iniziato sono: le sensazioni (terra), le passioni (acqua), i sentimenti (aria), i pensieri (aria, o fuoco). L’omosessualità non sembra affatto preclusa all’utilizzo ed all’introspezione di  nessuno di questi elementi.

Ciò che potrebbe semmai rendere vano ed impraticabile un percorso iniziatico destinato a ricongiungere, in una nuova sensibilità ed in una nuova consapevolezza, le due polarità contrarie di ciascun individuo, non sarebbe quindi tanto l’omofilia, quanto piuttosto una eventuale ginofobia, o peggio una pronunciata avversione/repellenza per la donna, ovvero odio per il femminino e ciò che esso rappresenta. Avversione frutto talvolta di un frainteso atteggiamento “competitivo-imitativo”, che si rileva però solo in un certo tipo di omosessualità, probabilmente la più “vistosa”, ma non certo la più comune o la più diffusa.  La scelta omosessuale è infatti di solito più netta, meno ambigua, rivolta a partners dal comportamento decisamente più maschile, che a simili “sirene”, tante volte descritte in maniera fin troppo caricaturale da certi film popolari di serie B.

D’altro canto una caratterizzazione sessuale di qualsiasi attività speculativa umana (sia esoterica che exoterica) risulta alquanto difficile da cogliere, anche per l’estrema varietà dei punti di vista “gender”.

Di quanti sessi si può infatti parlare? Due, come credono i più? O tre? O di più?…

Alla Conferenza ONU di Pechino sulla donna (1995) si cercò di introdurre il riconoscimento di 5 generi: maschile, femminile, omosessuale maschile, omosessuale femminile e transessuale.

In realtà si pensa che possano essere classificati almeno tredici “gender” sessuali (escludendo nel modo più assoluto l’ambito delle perversioni o delle deviazioni estreme, come ad es. la pedofilia o la zoofilia): maschile, femminile, bisex  (conle  molteplici variazioni di ruoli attivi e passavi al loro interno), omosessuale maschile di tipo maschile, omosessuale maschile di tipo femminile, omosessuale femminile di tipo femminile, omosessuale femminile di tipo maschile, transessuale stabilizzato nella condizione maschile, transessuale stabilizzato nella condizione femminile, transessuale maschile in trasformazione femminile, transessuale femminile in trasformazione maschile, ermafrodito, a-sessuale.

Per non parlare poi degli “ibridi” temporali, ovvero le sessualità variabili in termini cronologici (per cui un individuo può essere eterosessuale in una certa fase della sua vita, per poi scoprirsi omosessuale in età più avanzata, o viceversa).

Una razionalizzazione di tutte queste variabili sessuali è stata suggerita dalla famosa “Scala Kinsey” che prevede sette diversi “gradi” di identificazione sessuale dell’individuo: dal grado zero “esclusivamente eterosessuali” al grado sei “esclusivamente omosessuali”, passando per il grado uno “prevalentemente eterosessuali ma in alcune circostanze con tendenze omosessuali”, per il grado due “prevalentemente eterosessuali ma con una forte componente omosessuale”, per il grado tre “tendenze eterosessuali ed omosessuali equivalenti (bisessualità)”, grado quattro “prevalentemente omosessuali ma con una forte componente eterosessuale”, e grado cinque “prevalentemente omosessuali ma in talune circostanze con tendenze eterosessuali”.

Il famoso sessuologo americano Alfred Kinsey giunse a questa catalogazione negli Anni Quaranta con uno studio su 5.300 maschi e 5.940 femmine, a cui vennero fatte domande fino a 521 argomenti collegati alle loro specifiche esperienze sessuali, tradotte poi in due celebri testi, che al loro tempo fecero estremo scalpore: “Il Comportamento Sessuale dell’Uomo” (1948) e “Il Comportamento Sessuale della Donna” (Il Secondo Rapporto Kinsey, 1953).

Kinsey fece un’altra scoperta interessante per l’argomento di questa tavola: . non solo la sessualità umana non può essere semplicisticamente classificata in eterosessuale ed omosessuale, ma l’orientamento sessuale può anche attraversare fasi differenti nel corso della propria vita.

Quindi, pur continuando ad escludere (per ora), su base culturale-genitale, che qualsiasi persona di genere femminile possa bussare alla porta del nostro Tempio, c’è da rimanere per lo meno impressionati ed interdetti dall’estrema varietà di generi sessuali che potrebbero bussare alla stessa porta,  facendoci passare probabilmente un bel po’ di mal-di-testa per valutare ciascun caso.

Se l’omosessualità, od un certo grado di omosessualità, fossero davvero una causa “ostruente” all’ingresso in massoneria, vengono i brividi a pensare quali complicate e delicate domande di approfondimento sarebbero necessarie durante la “tegolatura” dei candidati per appurare la natura e l’intensità delle loro tendenze sessuali.

Fino a quale grado di omosessualità o bisessualità latente si può considerare un profano idoneo ad entrare nel tempio dei massoni? Ed essendo lo stesso orientamento sessuale caratterizzabile spesso da fasi transitorie nel corso della vita (come ha dimostrato Kinsey), come comportarsi con chi “è stato” omosessuale e non lo è più? O come stabilire che non lo potrebbe divenire in futuro? Eventualità, quest’ultima, che potrebbe riguardare anche chi si trova già da tempo fra le nostre colonne…

E’ fin troppo evidente che una discriminazione massonica, su queste basi, non può avere alcun senso, né pratico, né morale. Né simbolico, né intellettuale.

Sul piano culturale, infatti, difficile negare il contributo di tanti filosofi, scienziati ed artisti omossessuali al progresso dell’umanità: Platone, Socrate, Leonardo Da Vinci, Bacon, Newton… L’elenco potrebbe continuare a dismisura, citando fra l’altro numerosi illustri “iniziati” i cui nomi sono scolpiti in solenni dichiarazioni ed in maestosi monumenti.

Sul piano della tradizione ci si può chiedere cosa potrebbe rispondere, un Ordine Iniziatico come il nostro, ad un omosessuale che chieda di essere accolto fra le sue colonne?

Se ci rifacciamo a quella che riteniamo la “fonte” più originale della nostra tradizione, ovvero alla filosofia ed alla religione egiziana, dobbiamo ricordare che Maat, dea della giustizia, figlia del dio solare Ra e sorella di Toth, dio della sapienza, colei che sovrintendeva alla fine della vita alla Psicostazia (pesatura del cuore con la piuma della giustizia), ebbene Essa pretendeva dal Faraone, il principale iniziato dell’antico Egitto, una giuramento di innocenza, che escludeva ben 42 colpe (“Non ho detto il falso, non ho commesso razzie, non ho ucciso uomini… non ho ucciso tori sacri…. fino a “non ho alzato la voce” oppure “non sono ricco se non grazie a ciò che mi appartiene”); fra queste discolpe era chiaramente incluso anche “non ho commesso atti omosessuali”.

C’è da dire però che Maat, non era solo una dea, era anche una regola di vita della società egiziana, che esprimeva moderazione, giustizia, pacatezza.

Praticare Maat significava vivere da persona onesta, civile. Maat era il soldato che faceva grazia della vita al nemico vinto. Maat era l’innamorato che rispettava l’oggetto del suo amore. Nel caso degli atti omosessuali, il giuramento di innocenza del Faraone rivestiva probabilmente più il significato di evitare scandali e di evitare ogni abuso di lussuria che prevalicasse altre persone, piuttosto che la ristretta sfera fisica di una particolare pratica sessuale, per altro, in generale, assai meno repressa ed osteggiata dalla religione e dai costumi del tempo, rispetto alla successiva era cristiana.

Un altro elemento, che mi fa pensare che sia lecito accogliere fra le nostre colonne anche un omosessuale (purchè di “buon costumi” interiori ed esteriori), è il dovere di difesa e di ostello che i massoni dovrebbero sentire istintivamente verso tutti i perseguitati.

E che gli omosessuali sia state vittime privilegiate di tante persecuzioni, soprattutto da parte delle religioni monoteiste profane – cattolicesimo, ebraismo, e islam .- è fuor di ogni dubbio. Anzi spesso gli stessi massoni sono stati loro accomunati in questo tragico destino di violente discriminazioni.

E’ appena il caso di ricordare che gli stessi Templari (alla cui tradizione si riallaccia per tanti aspetti quella della stessa massoneria) furono al tempo accusati di omosessualità.

I rapporti omosessuali sono tuttora condannati da cattolici, ortodossi, ebrei, mussulmani, buddisti e dai protestanti, ad eccezione dei battisti e dei calvinisti.

I politeismi, invece, da sempre hanno avuto atteggiamenti più tolleranti nei confronti dei diversi  orientamenti sessuali.

Diffusa nei popoli celti, e in oriente, l’omosessualità, nel pantheon classico, aveva uno spazio di tutto rispetto. A tutti sono noti gli amori omosessuali di Zeus e Ganimede, Dioniso ed Adone, Poseidone e Penelope, Apollo e Ciparisso, di Eracle e Giasone e molti altri, ma non bisogna scordare nemmeno i rituali orgiastici in onore di Demetra, Dionisio e Priapo.

Spesso nelle civiltà influenzate dallo sciamanesimo l’androgenia è una caratteristica sacra.

Nella cattolicissima Europa, al contrario, lo zelo nel reprimere ogni deviazione dalla rigida ortodossia, si può comprendere solo sul piano della pura preservazione del potere, e del più rigido controllo delle masse.

In realtà in nessun brano del Vecchio e del Nuovo Testamento vi è un esplicito riferimento ed una esplicita condanna dell’omosessualità. Né viene mai usato questo termine. Vi sono semmai nel Levitico indicazioni che proscrivono rapporti fra uomini simili a quelli fra uomo e donna, ma più che di dogmi religiosi sembra trattarsi piuttosto di un Codice di Purità per distinguere gli ebrei dalle altre popolazioni, Codice comprendente norme per la circoncisione, norme igieniche ed alimentari, divieti di tatuarsi e di radersi, definizioni e profilassi dell’impurità mestruale, ecc.; norme delle quali la successiva deriva cristiana dell’ebraismo non terrà conto. Anche se di alcune di esse, come l’indicazione di mettere a morte gli uomini che commettono abominio congiungendosi fra di loro, forniranno un utile supporto alla repressione di ogni comportamento eterodosso.

Che la repressione religiosa dell’omosessualità avesse una funzione puramente “teocratica”, si evince anche dall’episodio biblico più direttamente allusivo ad una relazione omosessuale: l’amicizia “amorosa” fra Re David e Gionata (1 Samuele, 18 ss). Anche di questa  vicenda è stata fornita una spiegazione di carattere politico, che vede nella storia di questa amicizia, tramandata dai sacerdoti ebrei, un altro tentativo di screditare la monarchia a vantaggio del governo teocratico mostrandola come fonte di azioni peccaminose.

Politica e ipocrisia. La storia è sempre la stessa. Scandita purtroppo da fiumi di sangue.

Il vero dramma paragonabile solamente all’olocausto si è svolto a partire dal medioevo

  • Nel 1225, papa Gregorio IX promulga la bolla Extravagantes, nella quale condanna la sodomia praticata da chiunque. E’ lo stesso papa che ha appena istituito il tribunale della Santa Inquisizione (1231).
  • Per secoli il monopolio dei roghi sarà conteso con particolare accanimento da Francescani e Domenicani, da quando cioè papa Innocenzo IV con la bolla Ad Extirpanda (1252), coinvolse questi Ordini come tutori della morale e persecutori delle devianze eretiche.
  • Nel 1296 è la volta di papa Bonifacio VIII, che promulga una bolla per condannare coloro che pregano nudi.
  • Nel concilio di Vienna del 1311, Clemente promulga la bolla Ad Nostrum per definire eretici i nuovi seguaci del Libero Spirito, poiché essi credono ed affermano che gli atti sessuali non siano oggettivamente peccaminosi
  • Nel 1388, il francescano Giovanni di Winterthur accusa gli eretici svizzeri di praticare la sodomia durante i loro riti orgiastici.
  • Nel 1484, Papa Innocenzo VIII promulga la bolla Summis desiderantes affectibus: visto che i seguaci del diavolo, secondo lui, si congiungono carnalmente con demoni maschi e femmine, scatenerà la più massiccia caccia alle streghe ed ai sodomiti nella storia della Germania.
  • Alla fine del Quattrocento la Chiesa riuscì ad accaparrarsi anche il diritto di processare in proprio i sodomiti nei domini dei re spagnoli (Spagna, Catalogna, Portogallo, colonie spagnole, con l’eccezione dell’Italia) e in questa veste mandò al rogo centinaia di poveracci. La definizione popolare “finocchio”, attribuita ai sodomiti, deriverà proprio da questi roghi, per i quali si usavano appunto piante di finocchio per rendere meno aspro l’odore della carne bruciata.

È difficile infine sapere quante migliaia di sodomiti siano stati bruciati durante le persecuzioni dal XII secolo fino alla Rivoluzione francese (infatti solo con l’introduzione in Francia ed in Italia del Codice di Napoleone, che personalmente non disprezzava, pare,  di intrattenersi sessualmente con i suoi attendenti, l’omosessualità cessò di essere considerata un crimine; mentre nel Regno Unito le condanne a morte proseguirono in realtà fino alla metà del XIX secolo). Un vero genocidio.

Le ricerche su questa pagina oscura sono ancora agli inizi e, per quel che riguarda la Chiesa stessa, le autorità ecclesiastiche si guardano bene dall’aprire i loro archivi agli studiosi.
Condanne fisiche e morali, da parte di tutte le Chiese, non si sono attenuate nemmeno oggi (in diversi paesi islamici gli omosessuali continuano infatti ad essere frustati, impiccati, decapitati, lapidati… lo stesso Vaticano si è opposto recentemente ad un’iniziativa della delegazione francese all’ONU per “la depenalizzazione universale dell’omosessualità” che in più di 90 nazioni è ancora considerata un reato, ed in 19 stati tuttora punito anche con la morte).

E noi massoni, noi fratelli della rispettabile loggia Giordano Bruno, da che parte stiamo?

Ho detto

Ottobre 2007 E.V.

Aggiornato Gennaio 2009

Fr:.  A:. Mu:.

R:. L:. Giordano Bruno

Nr. 852 Or:. di Ferrara

Post Scriptum

 

Per chi avesse dubbi sul posizionamento morale del mondo profano nei nostri confronti, e, per un subdolo e voluto parallelismo, nei confronti del mondo gay, riporto l’illuminato parare di una “grande mente” (sic) della politica italiana, il leader leghista Umberto BOSSI.

Bossi al Devolution Day del 17. Settembre 2007 a Milano
Sta tornando il tempo della famiglia, della famiglia eterosessuale, altro che adozioni omosessuali, il popolo fa figli di nuovo e questa sarà la morte dei framassoni, delle loro ideologie. Dobbiamo dire grazie a Veltroni che si è messo in prima fila al Gay Pride perché io sono convinto, lo sento nelle piazze tutti i giorni, che queste cose alle elezioni esploderanno e allora questi, i framassoni, i Cappuccioni e i loro soci di sinistra saranno morti: il loro mondo è finito”.

“La massoneria oggi sono i banchieri centrali, i potentati economici, i signori che si riuniscono a Cernobbio, dove io non sono andato, quelli che ci vogliono imporre la razza unica, la moneta unica, l’utero unico, la lingua unica, che vogliono favorire la famiglia omosessuale per arrivare alla razza unica, questi sono i massoni di oggi!”


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